Napoli, tifoso romanista accoltellato in centro:NapoliMania

martedì 8 luglio 2014

Napoli, tifoso romanista accoltellato in centro

Sembra di essere ritornati all’era delle Crociate Cristiane in Terra Santa quando si uccideva in nome di Cristo, si rubava in nome di Cristo, quando Cristo diffondeva e continua a diffondere parole e Verbo di tutt’altro spessore. La mamma di Ciro aveva chiesto, davanti alla bara del figlio, nessuna vendetta, di non creare nessun odio nel nome di Ciro. Appunto. Sono parole. Parole che volano al vento. Parole che non servono a far capire che una vita umana non la si perde per una partita di calcio. 

Ieri a Napoli, vico Melofioccolo (centro storico), Federico Sartucci di 25 anni, aiuto cuoco è stato accoltellato al gluteo. Colpevole di tifare Roma. L’aggressione, secondo i primi dati raccolti sarebbe stata operata da un solo individuo. Dalle prime testimonianze l’aggressore gli avrebbe rivolto l’invito di andare via da Napoli. Prima vendetta collegabile a Ciro Esposito? Speriamo di no. Si innescherebbe una spirale senza fine. La tensione tra le due tifoserie è altissima. C’è stata una tregua al funerale del tifoso azzurro, sono arrivati messaggi sia solidali che non proprio incoraggianti da Roma che facevano sapere che erano comunque dispiaciuti per Ciro ma stavano dalla parte del loro fratello giallorosso Daniele De Santis. 

Ascoltando, leggendo quanto sta avvenendo, non penso che siamo nel 2014 ma indietro. Molto più indietro. Più o meno all’età della pietra dove l’unica legge esistente era quella del più forte. Appresa la notizia, non si sono fatti attendere messaggi dalla Capitale. Il più chiaro di tutti è arrivato tramite il social network "Facebook": "E sia, chi và per questi mari, sti pesci raccoglie, sento l’accento, lame ar vento, odio Napoli". Personalmente non vedo come si possa trovare un benché minimo accordo per mettere a tacere tutto. Un punto di congiunzione tra le due tifoserie. Si tratta di due pianeti diversi, due modi di vivere completamente opposti. Uniti soltanto dall'odio e dalla violenza. 

Il padre del ragazzo romano assicura che il figlio da quando è diventato cuoco professionista non frequenta più lo stadio. Da ben 10 anni. Cosa vera solo a metà però. La Digos di Roma, infatti, nel 2012 ha denunciato il ragazzo e datogli il Daspo di quattro anni per rissa aggravata. L’unica cosa che possiamo immaginare che possa succedere in tempi brevi, alla faccia dell’idee degli stadi nuovi e vivibili per l’intera giornata, è che per le due partite di campionato saranno come minimo vietate le trasferte alle due tifoserie ed in casi più estremi, per usare il pugno più duro, a porte chiuse. La mamma di Ciro ha mandato un messaggio "non fate violenza in nome di Ciro" è valso solo per il giorno dei funerali? Valeva solo per quella circostanza?

di Francesco Ricciuto 

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