sabato 31 maggio 2014

Al via il restyling di Castel Volturno, il Napoli avrà presto un Centro Sportivo all'avanguardia

E' stato chiaro Benitez. Fin da subitoNon è solo una questione di calciatori da acquistare. Una squadra, per essere vincente ha bisogno anche di lavorare in strutture all'avanguardia. Moderne. Castel Volturno, da questo punto di vista, qualcosa su cui migliorare ce l'ha. La Società sembra aver recepito il messaggio. De Laurentiis, Bigon e tutto lo staff tecnico di Benitez, infatti, stanno lavorando anche per migliorare la struttura che ospita gli azzurri per gli allenamenti.  

Una piscina per prevenire ed aiutare a recuperare i calciatori infortunati. Nuove attrezzature per la palestra. Una zona totalmente nuova destinata ai portieri. Migliorie sui campi d'allenamento, negli spogliatoi e perfino negli uffici dei collaboratori.  Queste alcune delle principali novità che riguardano il centro sportivo di Castel Volturno. Tutto, o quasi, sarà pronto e a disposizione di don Rafè per l'inizio del nuovo campionato. Certo, ci sono alcune opere che richiedono tempi un po' più lunghi ma per la prossima stagione il Napoli potrà contare già su un notevole miglioramento della struttura d'allenamento. 

Non si tratta di un investimento di "facciata". Ed il tecnico azzurro non avrebbe mai richiesto interventi, anche onerosi, come dire... solo per vantarsi di avere a disposizione una struttura moderna. E' sicuramente un ottimo biglietto da visita per tutti quei calciatori, soprattutto all'estero, che si intende portare a Napoli. Ma non bisogna perdere di vista quello che è lo scopo principale di tale investimento. Ossia la sua utilità. Lo abbiamo visto quest'anno con tutti gli infortuni capitati ai calciatori partenopei. Magari con un Centro Sportivo già dotato di tali strutture, sarebbero potuti essere di meno o magari si sarebbe potuto recuperare più velocemente i giocatori. 

Ad ogni modo bisogna dare nuovamente ragione a don Rafè: per costruire una squadra vincente c'è bisogno, oltre che di calciatori di qualità, anche di strutture d'allenamento che li aiutano a rendere al massimo. Sono sempre più convinto. Benitez è l'allenatore giusto per il Napoli. Continua così Rafa!!! 

venerdì 30 maggio 2014

Il procuratore di Insigne scatena un terremoto. Sarà pretattica?

Alcuni giorni fa Fabio Andreotti, procuratore di Lorenzo Insigne, ha manifestato un suo pensiero in merito al suo assistito, e non solo, provocando un terremoto mediatico con epicentro a Napoli e che arriva fino a Coverciano. Le parole sono state: "Alcuni calciatori non si sono identificati nel modulo di Benitez, non sono contenti di aver giocato in un ruolo che ritengono non essere adatto. Insigne si è adattato, ma non è questo il suo ruolo".

Ovviamente, tali parole hanno fatto saltare dalle poltrone tantissime persone, a partire dalla stessa Società fino agli addetti ai lavori nel settore dell'informazione. Di lì a poco, si sono susseguite innumerevoli smentite e altrettante conferme, tutte o quasi arricchite dalle solite aggiunte di informazioni molto poco veritiere. Come infatti, lo stesso Andreotti, probabilmente sollecitato da qualcuno o da un suo stesso esame di coscienza, ha voluto precisare in merito alla sua precedente dichiarazione: "Non sto aprendo ad una cessione. Il fatto che Insigne abbia colpito molti pali, vuol dire che c’è un annebbiamento sotto porta, è poco lucido perché si sacrifica tanto. Se Hamsik avesse giocato a centrocampo, quanti goal avrebbe fatto Insigne? E quanti ne avrebbe fatti segnare?"Alla luce di quanto appena detto, pare sempre più opportuno porsi degli interrogativi. Da che punto di vista i procuratori, e nello specifico il dott. Andreotti, fanno davvero gli interessi dei loro assistiti? Cos'è più importante, la carriera in quanto tale del calciatore oppure la percentuale di guadagno sulla valutazione del giovane? E' evidente che il parametro considerato è il numero di goal realizzati da Lorenzo quest'anno, in evidente flessione verso il basso rispetto agli anni precedenti. 
Ad aggravare tale tesi, c'è la titubanza di Prandelli nel convocarlo per i Mondiali in Brasile, e per cui Andreotti è convinto del fatto che sia dovuto alla problematica che ha precedentemente sollevato. 

La mia analisi tiene a sostenere le notevoli qualità dell'allenatore del Napoli che, da quando è arrivato, ha portato una vera e propria ventata di cambiamento e maturazione di cui la nostra squadra e, perché no, anche la Società, avevano bisogno. Non me ne vogliano gli innamorati di Lorenzo Insigne, anche perché stravedo anche io per lui e lo ritengo un patrimonio dal punto di vista sportivo e di eccellenti ed indubbie qualità, ma non mi pare abbia mostrato, per buona parte del campionato, molti più sistemi per arrivare in porta se non il solito inserimento verso il centro, partendo da sinistra, e provando, quindi, il tiro a giro. In serie A va bene le prime volte, per poi essere sistematicamente fermato. L'abilità di Benitez, è stata quella di insegnargli nuovi movimenti, anche se più lontano dalla porta. Probabilmente le realizzazioni sono diminuite anche perché il ragazzo ha bisogno di maturare ancora quella esperienza che lo aiuti a compensare i cambiamenti di posizione dettati da tattiche e dinamiche di gioco, e che lo renderà un vero campione.
Sarà, allora, pretattica quella di Fabio Andreotti? A quanto pare, i mezzi di informazione stanno diffondendo la notizia di contatti tra l'entourage del Magnifico e la Fiorentina. Si stanno creando le basi per una separazione? E' così che si vuole far crescere quello che dovrebbe essere il futuro erede e portatore della bandiera del Napoli? Oppure sono le solite chiacchiere?

Napoli: manichini della Roma impiccati in città. La mamma di Ciro: "Nessuna vendetta, solo preghiere"

"Nessuna vendetta ma solo preghiere per Ciro". Queste le parole di Antonella, la mamma, pronunciate ieri sera nell'auditorium di Scampia durante la veglia ancora in condizioni critiche al Policlinico Gemelli di Roma. Un appello più che altro. Un desiderio. Condiviso, tra gli altri, anche dal fratello di Ciro, Michele: "Sono molto amareggiato per quello che è successo ma noi tifosi dobbiamo essere una grande famiglia". 

Le condizioni del tifoso azzurro non hanno mostrato segni di miglioramento negli ultimi giorni. Al contrario, sono lievemente peggiorate. Ecco quindi che la famiglia ha espresso, pubblicamente, il desiderio di pregare per Ciro spostando l'attenzione da qualsiasi forma di odio nei confronti di chi ha commesso un gesto tanto ignobile. Noi napoletani abbiamo il dovere, morale, di stare vicino a chi in questo momento - e da circa un mese - sta lottando per tornare all'affetto dei suoi cari. Non ha senso preoccuparci di "collette e raccolta fondi" per De Santis, o più in generale di solidarietà nei suoi confronti. E' comprensibile lo sdegno e perfino la rabbia per come è stato montato il teatrino che vuole vedere i napoletani colpevoli di tutto. E' una cosa oscena. Indecente. Ma non è di questo che Ciro ha bisogno adesso. 

Nemmeno di manichini con la maglia della Roma impiccati agli angoli delle strade partenopee. Come prontamente ha segnalato il quotidiano Tuttosport e non solo. Striscioni di odio, vendetta e rancore, non fanno migliorare le condizioni di Ciro. Noi questo lo sappiamo. Come sappiamo anche che siamo impulsivi. Quando subiamo un torto agiamo immediatamente seguendo l'istinto. Purtroppo questo non sempre, anzi quasi mai, aiuta. Il che non vuole abbassare la testa e subire soprusi. Assolutamente. Dovremmo però imparare a restare più calmi e valutare ciò che è meglio per noi. Facile a dirsi...

giovedì 29 maggio 2014

Juve-Napoli, 9 novembre 1986: genesi di un sogno vissuto in prima persona

Per noi napoletani la partita contro di “loro” non è mai una partita di campionato qualsiasi, è LA partitaE’ il sud contro il nord. La classe operaia contro i borghesi. E' la partita di chi culla un sogno e chi invece, fa delle vittorie un proprio modo di essere. Si partiva da Napoli con i famosi "treni azzurri" sia dalla Stazione Centrale di Piazza Garibaldi sia da Campi Flegrei. La partenza era programmata il pomeriggio tardi o la notte, l’inizio delle partite era alle 14:30. E 30 anni fa non c’erano frecce rosse o pendoliniA vista d’occhio c’erano non meno di 20 treni. Il problema consisteva nel fatto che la gente che saliva sul treno era circa 30.000 persone. Chiedevo a mio padre, in mezzo a quella marea azzurra, come avremmo fatto a starci tutti.  "Nun te preoccupà aropp 10 minuti che è partito, stamm bbuono".

Mi fidavo ma allo stesso tempo avevo preoccupazione. Non ricordo mai di aver visto tanta gente radunata, vociante, urlante, contenta, nello stesso  posto e nello stesso momento. Forse solo alla vittoria del Mundial 1982..ma quello era un mondiale!!
Stazione Centrale. Si parte. Tifosi che salutano tutti con le loro bandiere e con le sciarpe chiunque passasse. Dovevamo chiamarli, farci sentire, farci vedere. Papà: "tra 5 minuti c’assettamm meglio".  Si perchè nei treni, oltre alle poltrone, la gente stava in piedi. In fila per tre nel corridoio, nei bagni, negli interspazi tra vagoni, sopra i poggia bagagli. Otto minuti di viaggio: stazione di Napoli-Campi Flegrei, ultima fermata prima di arrivare a Torino. Papà: "affacciat e vir". C'erano tutti quelli che stavano "appesi" negli altri treni, degni dei migliori film in cui i nostri avi partivano per l’America. L’importante era far vedere che si andava a Torino, che si era partecipi, si era in prima fila. Il viaggio andò liscio. Non c’erano tablet e cellulari, si parlava con chiunque, anche se era un perfetto sconosciuto. Arrivati a Torino ci dirigemmo verso il vecchio Comunale, alle 12:00, lo stadio era pieno. Tranne la loro curvaLa nostra curva si colorò d'azzurro. C'era solo l'azzurro, nessun altro colore. Ore 14:25 scendono in campo le due squadre

Questo il Napoli:
Garella, Bruscolotti, Ferrara, Bagni, Ferrario, Renica, Sola, De Napoli, Giordano, Maradona, Romano. Allenatore BianchiOre 14:30 inizia la PARTITA!

Le due squadre si studiano ma sono loro a comandare il gioco. In curva si canta, ma si canta con la voce strozzata. La paura di perdere è tanta ed ogni volta che vengono avanti è un sussulto. Guardo il mio vicino in cerca di conforto: "noo ma c’ hann fa, nun cè fann paura" (non ci possono fare nulla, non abbiamo paura di loro) intanto suda. 
Diego fa una magia dopo un calcio di punizione, la barriera respinge il suo tiro, ma con una mezza rovesciata a volo tira nuovamente con potenza. Tacconi è attento. L’impressione è che ai bianconeri quel ritmo è congeniale. Il primo tempo finsce 0-0. Guardo lo stadio, più lo guardo più mi accorgo che c’è qualcosa che non mi torna…a parte la loro curva. Nella ripresa, dopo dopo 5 minuti di gioco, Laudrup infila Garella: 1-0 per loroVi giuro, solo 20 secondi di sconforto. Al gol bianconero capiamo che il Napoli porta a casa la vittoriaIniziamo a cantare con tutte le forze, da quel momento in poi c'è una sola squadra in campo: il Napoli!!
L’impressione è che se i bianconeri non avessero segnato, il Napoli se ne sarebbe stato per i fatti suoi. Il pareggio a Torino può andare bene.  Ottavio Bianchi, silenzioso mister azzurro, toglie Sola, difensore, mette Andrea CarnevaleLi chiudiamo nella loro area. La  voglia di gol nostra e dei giocatori è la stessa, siamo un’unica cosa.

Il pareggio arriva da chi potevamo aspettarcelo di meno: Moreno Ferrario. La sua fama è più di autore di autogol. La palla rimbalza in area tra non meno di 10 giocatori, nessuna la prende. Arriva lui, con il tiro più brutto di sempre e la mette dentro! Ricordate che c’era qualcosa che non quadrava? Al gol, oltre la gioia della nostra curva, si alzano dal settore distinti, tanti tifosi napoletani che fino a quel momento non avevo visto. Ma il pareggio non è che l'inizio. Il Napoli continua a spingere, correre, lottare. Bagni, De Napoli e Romano s'impadroniscono di ogni palla che passa nelle loro zone di competenza. La nostra curva zittisce uno stadio intero.  Sembra passata un’eternità dal pareggio ma è solo un solo minuto e mezzo. Da calcio d’angolo, proprio sotto la nostra curva, Diego la mette in mezzo per Renica che prolunga la traiettoria per Giordano che con un tiro al volo buca la porta di Tacconi: 1-2 per il Napoli. Non ricordo quanti minuti ho urlato senza mai fermarmi "Gooool". Non ricordo chi abbracciavo, dove stavo. So solo che di fronte a me si stava concretizzando la soddisfazione più grande.

Dal settore distinti che vi raccontavo prima, sparuti tifosi azzurri visti al primo gol, adesso si fanno notare per tre/quarti del settore. In piedi ad urlare. E non è finita qua. Bianchi sostituisce Ciccio Romano per Volpecina, forse già sapeva.. Con il più impietoso dei contropiedi, Carnevale lancia Volpecina che con il sinistro insacca: 1-3 a Torino contro la Juventus!!! In quel preciso momento ho capito che non era più il Comunale di Torino ma di Napoli. Il settore distinti è completamente azzurro, in tribuna tutti ad applaudire e gioire insieme a noi. Nella nostra curva c’è il delirio totale. Dietro la porta bianconera, nel campo, ci sono non meno di 30 persone impazzite di gioia. 

Era novembre, mancava tanto alla fine del campionato. Ma a Torino ci fu la certezza, che lo scudetto, era alla nostra portata. O’ surdate nnammurato echeggiava in tutta Torino. Sono sicuro al 100%, che l’abbiamo sentita cantare anche a “loro”. Lascio a voi l’immaginazione del viaggio di ritorno...

di Francesco Ricciuto

mercoledì 28 maggio 2014

Napolimania Amarcord: quel Napoli-Lazio del 1997

Quella volta allo stadio...un tuffo nei ricordi. Tutti i tifosi hanno impresso nella memoria dei momenti particolari, legati a qualche partita vissuta sugli spalti del San Paolo. I più fortunati ricorderanno, ad esempio, qualche gol di Maradona oppure gli scudetti conquistati. Sicuramente i momenti più alti del calcio a Napoli. Ma ci sono anche altre partite che, forse per ragioni più sentimentali, in qualche modo lasciano il segno e di tanto in tanto tornano alla memoria. Non necessariamente la conquista di una Coppa, di uno Scudetto o di qualche altro titolo.

Era il lontano 1997. Il 19 novembre per la precisione. Il Napoli, allenato da Mazzone (all'esordio sulla panchina azzurra), affrontava la Lazio di Sven-Goran Eriksson nella gara di ritorno degli Ottavi di Finale di Coppa Italia. All'andata fu una "Caporetto" per gli azzurri. Un 4-0 in favore dei laziali che non lasciava speranze per la gara di ritorno al San Paolo. Soprattutto perchè il divario tecnico tra le due squadre era enorme. La quaterna che i laziali ci rifilarono fu più che meritata. Il meteo ci mise del suo per rendere l'impresa ancora più ardua. Pioveva che Dio la mandava. Diverse zone del rettangolo di gioco erano allagate e l'erba non si vedeva neanche più.  Sugli spalti poco più di 6000 temerari. Il risultato dell'andata non incoraggiava in questo senso. Ancor meno la pioggia battente che iniziò a cadere dalla mattina e che, a poche ore dal calcio di inizio, si trasformò in un nubifragio. Eppure ci andai. Insieme con mio padre. Sfidammo la pioggia e tutti quelli che ci dicevano: "ma che jat a fà?". 

Queste le formazioni: 
Napoli: Di Fusco, Sbrizzo, Baldini, Zamboni, Facci, Turrini, Giannini, Goretti, Rossitto, Bellucci, Protti. Allenatore Mazzone. 
Lazio: Ballotta, Negro, Nesta, Grandoni, Favalli, Rambaudi, Venturin, Marcolin, Gottardi, Boksic, Signori. Allenatore Eriksson. 
Reti: 32' Protti, 80' Giannini, 87' Rossitto. 

I primi venti minuti il Napoli mostrò tutti i suoi limiti e se non era per Di Fusco (schierato al posto di Taglialatela), la gara non avrebbe avuto più senso già dalle prime battute di gioco. Poi Carletto Mazzone dalla panchina si fece sentire e gli azzurri provarono una reazione d'orgoglio. Il vantaggio arrivò alla mezz'ora grazie a Igor Protti che sfruttò un passaggio errato della difesa laziale battendo Ballotta. Il gol diede morale ai partenopei che continuarono ad attaccare pur subendo, in contropiede, le ripartenze di Boksic e Signori. Nella ripresa il Napoli si giocò il tutto per tutto. Dentro anche Calderon e azzurri tutti all'attacco. Di Fusco salvò ancora i suoi volando da un palo all'altro in un paio di occasioni. Poi, all'80', un tiro sbagliato di Calderon divenne un ottimo assist per Giannini che sul secondo palo si fece trovare pronto: 2-0. Dagli spalti i 6000 iniziarono a credere nella possibile rimonta. Tutti dentro l'area di rigore avversaria. A tre minuti dal termine fu Rossitto a far esplodere la gioia dei pochi presenti al San Paolo realizzando il 3-0. I supplementari erano davvero a portata di mano. E gli azzurri stavano anche per acciuffarli in extremis. Al 92' fu Claudio Bellucci, tra i migliori in campo, ad avere l'occasione per il 4-0. A tu per tu col portiere però si fece ribattere la conclusione indirizzata sul secondo palo facendo svanire così il sogno della rimonta. Il Napoli uscì dalla Coppa Italia ma alla fine abbandonò il terreno di gioco tra gli applausi. 

Vincemmo ma non passammo il turno. Fu però una partita al cardiopalma. Bellissima. Giocammo all'altezza di una squadra molto più forte di noi, nonostante scese in campo con le seconde linee. Riuscì perfino a farci dimenticare che per 90' eravamo stati sotto un nubifragio! Per chi volesse rivedere la sintesi di quella gara, questo è il video: 

martedì 27 maggio 2014

Mesto rinnova: "Sono felicissimo di restare a Napoli"

Un occhio al mercato, l’altro vigile su quanti già vestono la maglia azzurra. Questa è la strada che il Napoli sta percorrendo, già da un po' di anni. E che si sta dimostrando vincente. Giusto trovare nuovi rinforzi per tentare la scalata a ciò che tutti sognano ma è altrettanto giusto premiare chi è stato portabandiera del Napoli. E' il caso di Giandomenico Mesto, 32 anni, uomo tuttofare di BentiezE’ entrato nelle grazie dello spagnolo, grazie alla sua duttilità. Facendosi trovare sempre presente quando chiamato in causa. La società azzurra lo ha invitato in sede per il rinnovo del contratto: "Sono felicissimo di restare a Napoli, aver rinnovato il contratto e lavorare di nuovo con questo staff tecnico mi ripaga di tanti sacrifici" queste le parole del difensore ex Udinese, Reggina e Genoa.

Calciatore utilissimo in campo. Anche se non si nota per “magie balistiche”, a fine partita ci si accorge che il suo apporto è stato silenzioso ed efficaceProprio il suo infortunio ha creato non pochi problemi alla difesa del Napoli. Benitez si trovò la coperta  improvvisamente corta (già il 2 novembre contro il Catania) e si vide costretto a rivoluzionare tutto il reparto difensivo per poi correre ai ripari. Fu preso prima Reveillere, poi Henrique e  infine Ghoulam. "Gli infortuni fanno parte della nostra carriera. Ma infortunarsi tutti allo stesso momento, è stato difficile da gestire, per fortuna chi arrivò dopo fece bene, permettendo al Napoli di gestire bene l’emergenza” ha spiegato Mesto che poi ha detto la sua anche sul sogno di portare Mascherano al Napoli.

"Ben vengano i top player e con Mascherano parliamo di uno dei migliori in circolazione. Però non dimentichiamo che il nostro centrocampo è di assoluta qualità e ci sono giovani da tenere d'occhio, come Radosevic che ha giocato poco ma ha tanti margini di crescita”. Un ultimo pensiero va ai suoi compagni impegnati in nazionale. "Per Insigne da  amico spero che possa andare in Brasile. Da collega meriterebbe comunque di andare ai mondiali per quello che ha fatto vedere sul campo, ha avuto una crescita incredibile con il boom nella finale di Team Cup e per quanto riguarda Maggio...Cristian è un punto fermo della nazionale merita a priori la convocazione”.

Ieri la Società Calcio Napoli ha voluto essere presente, con Fabio Pecchia e Gianluca Grava (responsabile settore giovanile azzurro) a Benevento ad una partita in ricordo di Carmelo Imbriani, ex azzurro scomparso l’anno scorso per una grave malattia. La manifestazione dal nome “Una Partita per Carmelo” vedeva in campo gli ex compagni del Napoli e del Benevento, ultima società in cui ha militato ed allenato. A rendere omaggio ad Imbriani si sono visti: l’ex azzurro Giovanni Ignoffo, Peppe Mascara, Gigi Molino, da Parma sono arrivati Molinaro e Palladino, dall’Inter D’Ambrosio. Tutti indossavano il numero 7 sulle spalle, per onorare la memoria di una persona scomparsa troppo presto e che ovunque è andato si è fatto amare. 

di Francesco Ricciuto

lunedì 26 maggio 2014

Mondiale: Mertens pronto a trascinare il suo Belgio. Insigne e Maggio cercano di convincere Prandelli

In attesa di nuovi colpi di mercato da parte del Napoli, le uniche notizie che si leggono riguardo i nostri beniamini sono gli impegni nelle rispettive nazionaliNon tutti i team mondiali hanno diramato la lista ufficiale per Brasile 2014, nei rispettivi ritiri. Gli allenatori stanno ancora riflettendo su chi convocareMister Prandelli con l’ultima amichevole prima della partenza in Sud America, che si svolgerà il 4 giugno a Perugia con inizio alle 20.45 contro il Lussemburgo, scioglierà gli ultimi nodi riguardo i 23 giocatori italiani. Tra questi, sono in trepidante attesa i nostri Lorenzo Insigne e Cristian Maggio.

Il primo, a detta del C.T, sta dando l’anima in ogni allenamento, mettendosi a disposizione in qualsiasi ruolo gli sia assegnato. Anche perché nel parco attaccanti pochi possono svolgere sia la fase di attacco che quella difensiva. Nel calcio moderno tutti devono saper far tutto. Soprattutto con la palla tra i piedi. Per Cristian Maggio, la situazione è un po’ più difficile. Pur essendo tra i veterani della Nazionale, sta pagando in parte la nuova collocazione che Benitez gli ha dato nel Napoli: quarto difensore in linea. Sappiamo che Prandelli in mente ha il blocco della difesa della squadra campione d’Italia. Dietro di loro ci sono giovani che hanno fatto bene nelle loro squadre di appartenenza:  Darmian (Torino), De Sciglio (Milan), Paletta (Parma), Pasqual (Fiorentina) e Ranocchia (Inter). Gli esami da superare per il difensore vicentino sono tanti e duri. Dalla sua ha l’esperienza di Mondiali già giocati. Contro invece l’età e l’impiego in un ruolo a lui non tanto congeniale.

Noi tifosi ovviamente ci auguriamo di vedere in Brasile i nostri due giocatori. Si coronerebbe il sogno dello scugnizzo, e sarebbe l’ultimo mondiale invece per Maggio. Tutt'altra musica invece per un azzurro che non avrà problemi in merito alla convocazione ufficiale con la sua nazionale: Dries Mertens. Il folletto belga dopo un’annata alla grande con il Napoli, proverà a portare il Belgio più avanti possibile nella competizione Mondiale superando, come primo ostacolo: Algeria, Russia e Corea nel girone H. Stasera Mertens disputerà la penultima amichevole, contro il Lussemburgo, per poi concludere con la Tunisia. Saranno due match che serviranno a Mertens e compagni per raffinare gli schemi, ma soprattutto per mettersi ulteriormente in luce come giocatore sopraffino, elegante e determinante. Se pensiamo che all'inizio del campionato italiano, Mertens, non aveva tanto spazio nel Napoli (Callejon segnava a raffica, Hamsik idem, Insigne stava al top della forma, Higuain intoccabile) piano piano il belga ha saputo ritagliarsi il suo spazio. Per esplodere definitivamente nella Champions League dove ha messo in mostra tutto il suo saper fare attacco ed avvicinandosi tanto al calcio offensivo chiesto da Benitez.

di Francesco Ricciuto

domenica 25 maggio 2014

Maradona porta gli arabi in città: "Venite a Napoli, vi piacerà"

Ormai il mondo intero sa dell'arrivo di Diego Armando Maradona a Napoli. Questa mattina, alle prime luci dell'alba, l'uscita dall'aeroporto di Capodichino dove ad attenderlo c'era il suo avvocato, Angelo Pisani e non solo. Tante persone per acclamarlo e per accontentarsi anche di sentirgli dirli solo "Forza Napoli". Desiderio esaudito. Diego non se lo lascia ripetere due volte. La sua presenza ha uno scopo ben preciso che va oltre i suoi soliti impegni italiani con Equitalia. E' venuto come testimonial ad una gara valida per i mondiali XCatWorldseries di Off-Shore. Per l'occasione, appuntamento presso la rotonda Diaz. Ovviamente, prima ha dato soddisfazione a tutti i tifosi che lo hanno accolto all'uscita dell'Hotel Romeo che lo sta ospitando in queste ore e dove ha trovato diversi regali. Ma tutto ciò non si veste solo di scopi personali. Il Pibe de Oro non dimentica mai la sua città adottiva, e nonostante sia testimonial per gli Emirati Arabi di eventi sportivi nel mondo, riesce a creare il giusto ponte che collega Napoli a Dubai. Sue le parole: "Venite a Napoli, la mia città. Vi piacerà". L'anchorman arabo, stupito per lo scenario che vede il Castel dell'Ovo sullo sfondo, sfodera un vocabolario ricco di complimenti per la bellezza della città del Vesuvio. Khalid Al Zahed, vicepresidente Wppa, l’associazione mondiale che organizza le world series, esprime il suo pensiero: "Napoli rappresenta per noi una tappa importantissima, una location formidabile, e siamo convinti che grazie a Maradona si possa creare un connubio importante, anche perché lui significa Napoli nel mondo". Questo spot andrà in onda sulle tante linee aeree della Emirates Airlinees, incentivando ancor di più il turismo nella città degli oltre 70mln di passeggeri previsti fino al 2020.
Molti volti noti del mondo politico presenti alla manifestazione, si sono mostrati compiaciuti del risultato raggiunto. Anche perché la città, attraverso la politica dei grandi eventi punta a far girare la propria immagine per il mondo. Non a caso il presidente della Federazione Internazionale Motonautica, Raffaele Chiulli, ha garantito impegni futuri in tal senso aggiungendo: "Sapevamo che Napoli poteva essere una carta vincente per il calendario dell’offshore Mondiale e queste XCatWorldSeries sono soltanto il primo passo per un futuro che vedrà la città protagonista di altre competizioni mondiali".
Le carte in regola per scrollarci di dosso il più classico dei cliché negativi ci sono. Il paradosso è sottolineato dal fatto che le nostra difesa deve essere sempre presa da Diego Maradona che, nonostante non sia nato nella nostra città, dimostri essere più napoletano di tantissimi altri e che non perde occasione per ricreare i presupposti per una rinascita. Ecco...! Ora  ha portato gli arabi a Napoli.

De Laurentiis: "Zapata non è sul mercato" e sull'ordine pubblico attacca Abete

Ieri la Finale di Campions. Derby tutto madrileno tra Real ed Atletico. Tutti, o quasi, incollati davanti alla tv ad assistere ad uno spettacolo annunciato. Che non è mancato. Anzi. Eppure qualcosa mancava.  L'inno della Champions cantato da un coro portoghese e da Mariza, popolarissima cantante in terra spagnola. Tutto bellissimo. Però...è mancato l'urlo the Championssssss. Si. Quella peculiarità tutta napoletana. Quale tifoso azzurro, al momento del celebre ritornello, non si aspettava l’urlo? Invece il silenzio. In futuro esporteremo anche questo, il nostro "grido" farà tremare lo stadio e le tv che ci ascolteranno. Per onore di cronaca: la gara si è conclusa con la vittoria del Real per 4-1. La formazione di Simeone fino al 93' aveva la Coppa già tra le mani poi però, in pieno recupero c'è stato il pari dei "galacticos" che ha spianato la strada della rimonta, avvenuta nei supplementari. 

Tornando ai nostri amati colori. De Laurentiis ieri, in riunione con Benitez e Bigon, ha fatto capire che toglierà Zapata dal mercato. Vuole lui come vice Higuain e nessun altro. Sette gol nel finale di stagione hanno fatto cambiare idea a tutti quelli che credevano azzardato il suo acquisto come vice Higuain. Intanto a Barcellona, con l’arrivo del nuovo allenatore, Luis Enrique, si allontana l’ipotesi di portare Mascherano al Napoli. "Sarà il nostro capitano blaugrana" ha sentenziato il tecnico. Staremo a vedere. Nel calcio, lo sappiamo, ogni volta che si pronuncia una frase definitiva sulla cessione o l’acquisto di un calciatore, succede  sempre il contrario. Se così fosse però, a questo punto, la società partenopea farebbe bene a puntare altrove il suo sguardo vigile. 
E se non accade è perchè uno spiraglio di luce arriva proprio dalle parole pronunciate dallo stesso calciatore: “lascerei Barcellona solo per Benitez e per una piazza importante come Napoli”.


Sempre nella giornata di ieri, infine, il presidente De Laurentiis ha festeggiato il suo 65° compleanno e la laurea honoris causa conferitagli dall'American University. Lui, come un po' tutti i tifosi ed i giornalisti, si aspettava una risposta dal presidente della Federcalcio in merito alle dichiarazioni rilasciate sulla spinosa questione dell'ordine pubblico nelle manifestazioni sportive (legge 91 del 1981). "E' mai possibile che Abete sia schiavo della situazione? Possibile mai che non si riesce a cambiare una legge vecchia di 30 anni in merito alle organizzazioni dell’ordine pubblico in uno stadio e non si riescono applicare le leggi già esistenti?" aveva chiesto in tono retorico il patron partenopeo. Nell'occasione De Laurentiis non aveva risparmiato attacchi nemmeno nei confronti del Ministero degli Interni per non avere saputo gestire l’arrivo delle tifoserie allo stadio Olimpico per la Tim Cup. Domande che non hanno avuto risposte. Tutto tace nei palazzi delle Istituzioni e dello Sport. 

di Francesco Ricciuto

sabato 24 maggio 2014

Mondiale 2014: Napolimania al fianco dei calciatori partenopei

Il 12 giugno si parte! Il tanto atteso Mundial du Brazil prenderà il via. Napolimania ovviamente non si perderà nessuno dei match che vedrà coinvolti i calciatori del Napoli convocati nelle rispettive nazionali. Siamo orgogliosi di raccontare qui sul blog il Mundial targato Napoli.  Tantissimi azzurri coinvolti, un record anche questo, e noi nel nostro piccolo seguiremo e daremo forza ai partenopei che cercheranno di conquistare la finale del Maracanà. Un'iniziativa nata spontaneamente. Per la passione azzurra che ci scorre nelle vene. E poi pensiamo sia un privilegio per tutti noi dello staff poter raccontare le gare più importanti del mondo, continuando a tifare Napoli.

Si a tifare Napoli. Onde evitare discussioni sterili e malintesi, precisiamo subito una cosa. Napolimania si pone l'obiettivo di supportare anche a livello internazionale i calciatori del Napoli. Ragione per cui se, per fare un esempio, nell'incontro Belgio-Corea del Sud troverete un po' più di tifo per il Belgio è perchè gioca Mertens. Non perchè la Corea del Sud è antipatica. Non c'entra niente nemmeno il sentimento d'appartenenza alla Nazionale Italiana per il quale, secondo una teoria strampalata, noi dovremmo tifare solo per i giocatori che la rappresentano. O, al massimo, per i calciatori del Napoli convocati nella squadra di Prandelli. Le sorti della Nazionale Italiana ci stanno a cuore, è ovvio, non per questo però dobbiamo privarci di festeggiare gli azzurri (del Napoli) che con le altre nazionali fanno bene. Noi partiamo sempre dal presupposto che tutto ciò che si vede sul rettangolo di gioco è uno sport! E quindi sentimenti nazionalistici, o roba simile, sono altra cosa che in questa precisa circostanza non c'entrano niente.   

Detto questo possiamo iniziare a capire un po' meglio come si svolgeranno questi Mondiali brasiliani. La partita d'apertura sarà Brasile-Croazia il 12 giugno alle 17:00 ora locale (in Italia saranno le 22). Le partite dei gironi di qualificazione sono programmate in questi orari (locali): 13.00: 16:00: 19:00, 21:00. Purtroppo il fuso orario non sarà sempre lo stesso in quanto varia a seconda dei campi dove si svolgeranno le partite. In ogni caso è da tener presente che ci saranno sempre cinque o sei ore di differenza con l'Italia. Sedicesimi e Quarti si disputeranno in due fasce orarie: 13:00 e 17:00 (quindi alle 18:00 e alle 22:00 italiane). La semifinale alle 17:00 (dieci di sera in Italia). La finale alle quattro del pomeriggio a Rio de Janeiro (21:00 orario italiano). Il match d'apertura sarà a Brasilia. Semifinale a Belo Horizonte, Fortaleza. E come detto la finale a Rio de Janeiro. 

Per quanto riguarda la Nazionale Italiana, girone D, questi sono gli incontri e gli orari italiani del girone di qualificazione :
  • Inghilterra-Italia (14/6 Manaus, alle 0:00) 
  • Italia-Costa Rica (20/6 Recife, alle 18:00)
  • Italia-Uruguay (24/6 Natal, alle 18:00)

Non resta che aspettare, ancora poco, per godersi tutte le partite del Mondiale 2014. Lo spettacolo è assicurato. Forza Napoli anche in Brasile

venerdì 23 maggio 2014

Maradona: "Io devo tornare a Napoli per vincere lo scudetto".

In un paese in cui bisogna sgomitare con tutte le proprie energie per farsi largo, dove i napoletani combattono per divincolarsi tra aberranti pregiudizi scanditi da banali luoghi comuni e, purtroppo reali, esempi di malcostume e degrado socio-culturale, c'è sempre quel qualcuno che usa la propria notorietà consolidata per prendere le difesa di quella città che, tra tante contraddizioni, l'ha adottato e fatto suo come un figlio naturale di quella terra.
Il Pibe de Oro, Diego Armando Maradona, durante un' intervista a +N, romantico e pungente come al suo solito, non disdegna fendenti dritti all'orgoglio di persone di potere, ma non dimenticando mai Napoli e tutti coloro che lo hanno fatto sentire a casa propria dal primo momento. Emozionanti le sue parole quando gli è stato chiesto di parlare della città partenopea: "Quando ho saputo che mi aspettavano 80mila persone al San Paolo, pensai che non avrei mai lasciato quella città e quella squadra".
Il suo arrivo, tra l'altro, come di sicuro i più grandi ricorderanno, è stato il giusto viatico per attirare molti grandi calciatori che espressero il desiderio di giocare in squadra con lui. Chiaro esempio fu Careca, che volle raggiungere un accordo con la Società azzurra in tempi brevi, e per cui lo stesso presidente della squadra brasiliana San Paulo, da cui proveniva, a distanza di tanti anni, lancia ancora fulmini e saette verso l'ambiente partenopeo.
Tuttavia, a parer mio, emblematiche sono state le parole dette quando gli è stato chiesto cosa gli piacerebbe fare per il Napoli, e lui ha così risposto: "Napoli è la mia storia...Moratti, cinque anni fa, mi propose di essere ambasciatore dell'Inter nel mondo ma ho rifiutato. Mi sta molto più a cuore il riconoscimento di un tifoso azzurro piuttosto che una somma economica."

Che dire...in tanti in Italia, nonostante le molte critiche di facciata per la sua vita privata, hanno cercato di sfruttare la sua immagine, provando a rubarci anche quel pezzo di storia esclusiva che solo in pochi hanno vissuto. Il risultato, però, è stato dimostrato con l'ennesima dichiarazione d'amore da parte del più forte calciatore di tutti i tempi, nei soli confronti della città di Napoli. Non a caso riprende il motivo per cui non ha mai accettato l'offerta dell' Avvocato Agnelli, ricordando che in quel periodo la FIAT aveva cacciato 5000 operai, ed era impensabile potesse prenderlo con i soldi di famiglie infelici. Per par condicio ne ha qualcuna anche per ADL. Quando sollecitato, alla domanda di un' ipotetica carica da Ambasciatore del Napoli, lui risponde cosi: "Idea buona, ma dipende dal Presidente. Mi piacerebbe rappresentare l'immagine di Napoli, non quella di De Laurentiis", e ancora "Io devo tornare a Napoli per vincere lo scudetto. Deve capire che non è tutto cinema, e quando glielo farò capire che il napoletano ha bisogno di vincere tutte le partite ogni domenica, lì sarei davvero felice e farebbe felice un popolo intero, come ho fatto io."
Insomma....da questo estratto della sua intervista, Diego, come al suo solito, non le manda certo a dire, e ne ha per tutti. Non sono sicuro del fatto che possa essere, come allenatore, valido quanto lo è stato da calciatore. Credo che il suo mito sia addirittura superiore alla sua immagine di mister. Di sicuro, e questo è un dato inconfutabile, il suo carisma riesce a smuovere chiunque, e se, dopo il chiarimento col fisco italiano, ritornasse a Napoli con un ruolo dirigenziale, garantirebbe di sicuro fuochi d'artificio col Presidente, ma anche un enorme seguito mediatico di cui, secondo me, ne gioverebbe anche la città.



Forza Napoli, forza Diego, forza Ciro!

Gioie e dolori di fine stagione: Jorginho ringrazia Napoli in lacrime. Per Ciro ancora un'altra operazione

Operazione riuscita per Ciro Esposito. Intervento d' urgenza al polmone. Gli è stato asportato un lembo polmonare che gli provocava la grave infezione. L’operazione eseguita dal professor PierLuigi Granone è perfettamente riuscita, tanto che a Ciro, sono stati rimossi i drenaggi e non ha più bisogno di essere intubato. Comunque la prognosi rimane ancora riservata. Da venti giorni Ciro sta lottando per la sua vita. Tassello dopo tassello sta cercando di ricomporre quel mosaico di speranza che possa tirarlo fuori dall'inferno in cui è stato, incolpevolmente, inghiottito. Al vaglio degli inquirenti, da alcuni giorni, c’è un video che è stato girato al momento degli spari e dal quale si vedrebbe uscire dal vicolo dove è stato compiuto l’atto infame, una Jeep di colore bianco.

I P.M. Albamonte e Di Maio, stanno indagando sulle persone che erano a bordo per comprendere se quest'ultime abbiano visto chi c’era  sulla scena dell’agguato al tifoso azzurro o se, al contrario, siano loro stessi i complici del De SantisSe hanno visto qualcosa hanno il dovere, da cittadini onesti, di riferire tutto agli organi competenti. Se invece fanno parte del commando che vigliaccamente ha assalito i supporters napoletani, le telecamere li inchioderanno.

Negli ultimi giorni, il Napoli sta vivendo sensazioni contrastanti. Da una parte il fango gratuito gettato sulla città e sulla società dopo i succitati fatti di Roma che stanno alimentando la denigrazione anche fuori dai confini italiani. Come nel caso del presidente brasiliano del San Paolo (leggi qui). 
E poi c'è la novità dell'ultim'ora. La geniale idea del sindaco di Vicenza che ha accostato Cristian Maggio alla sua campagna elettorale, senza però che il calciatore ne sapesse niente.  Cristian Maggio, infatti, ha subito smentito tutto mettendo in chiaro che il video in questione, girato un paio di mesi fa, era per ringraziare la signora Cecchetto per la costruzione di nuovi impianti sportivi nella città veneta.

Dall’altra parte invece c'è la felicità per la positiva annata della società azzurra. Emozionanti in particolare le parole di JorginhoIn un’intervista rilasciata qualche giorno fa, il centrocampista brasiliano ha manifestato tutta la sua gioia nello scegliere il Napoli. Non ha nascosto che al momento del suo annuncio ufficiale, ci siano state lacrime di gioie. Jorginho ha messo in risalto l’ottimo lavoro fatto da Benitez nei suoi confronti, facendolo subito entrare negli schemi della squadra e rendendolo un perno principale del centrocampo azzurro. "il boato del San Paolo, il terzo gol, che ci diede la certezza della finale, il mio nome urlato dalla gente...mi mette ancora i brividi”.
Il giocatore brasiliano è ancora a Napoli. Si sta godendo la città prima di tornare in Brasile per assistere ai mondiali: "sperando che siano gli ultimi che vedo da spettatore".

Questo è l’augurio che facciamo anche noi a lui, di fare sempre bene con il Napoli ed avere al più presto la soddisfazione di indossare la maglia verdeoro della sua nazionale!

di Francesco Ricciuto

Il presidente del San Paolo si rifiuta di cedere Ganso al Napoli: "non bastano i soldi della camorra"

Ecco i risultati dell'operazione spazzatura esercitata nei confronti del Napoli. Settimane intere a gettare fango su Napoli e sui napoletani. E questi sono i risultati. Complimenti a tutti. Giornali, radio, televisioni e a tutti gli addetti ai lavori. Ora anche all'estero ci vedono come quelli che dall'alto di un cancello metallico decidono le sorti di una partita. Come quelli che dettano legge. Le carogne. Controfigure messe sugli spalti dalla camorra che controlla Napoli ed il Napoli. Peccato che non avete capito niente. O peggio avete spostato l'attenzione su altro non potendo affrontare i temi di cronaca che PURTROPPO si sono verificati fuori dallo stadio. Si non avete potuto. Perchè con tutto lo Stato Italiano presente in pompa magna su quegli spalti, poco distanti dalla carogna, non c'è stato nessuno capace di affrontare la situazione. Hanno tentato di starsene fuori il più possibile. Troppo rischio. Troppa paura. E voi "giornalisti" non avete potuto far altro che nascondere sotto il tappetino la cronaca per processare in diretta la maglietta. Ancora complimenti. 

Ed ora dal Brasile, precisamente da San Paolo, dobbiamo sentirci dire che "non bastano tutti i soldi della camorra per prendere un loro calciatore". Il giocatore in questione è Ganso. Uno dei tanti per i quali Bigon ha sondato il terreno. E questa è stata la risposta: 
"Non abbiamo ricevuto alcuna proposta del Napoli per Ganso - ha detto Aidar ai microfoni dell'emittente radiofonica Jovem Pan. Se dovesse arrivare una vagonata di soldi dal Sud Italia? - ha continuato il giornalista - Non bastano neanche tutti i soldi della camorra per portarcelo via. Con tutto il rispetto, non credo che il Napoli abbia tutti questi colpi a sua disposizione. La camorra ormai non ha tutto questo potere. Se anche si verificassero queste condizioni, io non voglio vendere Ganso. Il San Paolo è una società compratrice, non venditrice".
Queste le parole del presidente Carlos Miguel Aidar. Arrogante nei modi e nei fatti. Un'uscita fuori luogo per tanti aspetti. E ora li analizziamo. 

"Siamo una società compratice" dice il presidente. Quella stessa società compratrice che ha venduto Kakà al Milan.

"Io non voglio vendere Ganso" peccato però che il 68% delle azioni della società non le detiene lui, ma il  gruppo Sonda. Società con la quale De Laurentiis avrebbe instaurato questa pseudo trattativa. Non con lui!

"La camorra non ha più questo potere". Invitiamo il signor Aidar ad aprire gli occhi su quanto è successo e sta accadendo ancora "a casa sua". Senza che viene fino a Napoli o a Milano (si perchè la camorra non è che sta solo a Napoli!). Forse il "distratto" presidente non vede cosa gli succede intorno nella sua terra natìa per l’organizzazione dei Mondiali. Favelas che confinano con le nuovissime strutture sportive costruite per l'occasione e ancora in via di finitura, nonostante manca poco più di un mese dall’inizio del mondiale. Ci sono state tantissime morti sul lavoro, persone che per pochi soldi hanno perso la vita. Interi quartieri che vivono nella fame più completa. Una nazione che oltre alle bellezze che Madre Natura ha dato in dote, è una delle prime nazioni dove c’è un alto tasso di sfruttamento della prostituzione minorile, dove il tasso di disoccupazione è più alto di 3-4 nazioni europee messe insieme. Dove la "guerra di bande" nei quartieri produce vittime equiparabili ad una guerra civile. Tutto questo in favore di pochi, pochissimi, che al contrario vivono nel lusso più indecente. Presidente: è sicuro che la camorra non ha più questo potere? A casa Sua come se la passa? Oppure vuol farci credere che quei pochi che hanno tutto, sono solo dei fortunati che hanno vinto la lotteria di capodanno? 


Il Napoli ha annunciato querela nei confronti del presidente del San Paolo. Ci auguriamo che alle dichiarazione seguano i fatti. Altrimenti questo circolo vizioso di offese che i napoletani stanno subendo da lungo tempo non si interromperà mai. Ed iniziano ad essere stufi!
di Francesco Ricciuto

giovedì 22 maggio 2014

De Laurentiis, che a differenza di altri ha i conti in ordine, riceve la laurea ad honorem

Dopo aver ascoltato con tante perplessità le parole di Marotta (leggi qui), secondo cui, per vincere un campionato non per forza devi avere il bilancio in attivo, anzi, al contrario tutti gli scudetti vinti negli ultimi venti anni avevano le casse delle società in rosso, ieri abbiamo avuto ancora una dimostrazione dello stile del Napoli e della scalata che sta facendo avendo i bilanci in attivo. Il presidente Richard Hodges, numero uno dell' American University ha ufficializzato che domani, venerdi 23 maggio, conferirà ad Aurelio De Lurentiis la laurea honoris causa "Dottore in Lettere”.

Lo stesso presidente dell’American University spiega il motivo di tale onorificenza: 
"De Laurentiis è un personaggio molto conosciuto negli States perché produttore cinematografico ma ultimamente sia lui che la sua società sportiva, sono un fenomeno che stiamo studiando con grande interesse. Ha ottenuto successi importanti nazionali, passando dalla C alla A ed ha riportato l’immagine di Napoli in alto, anche in ambito europeo. Nella nostra Università c’è un dipartimento dedicato al business nello sport e De Laurentiis è ai massimi livelli in questo settore"
Riconoscimenti e parole che riempiono di orgoglio e felicità la città di Napoli, sportiva e non. E' la dimostrazione che con un progetto valido, con persone serie che amano la città ed il loro lavoro, si può realizzare tutto…anche se sei al SudVeniamo ai fatti di campo, di calcio giocato. Con la chiusura del campionato, Benitez ha più tempo per mettere su nuove idee per il Napoli che verrà, sia a livello di gioco che di nuovi acquisti.
Da una sua intervista, manda chiari messaggi al capitano della squadra: Marek Hamisk. Rivedrà la sua posizione al centro del campo e non più come punta al fianco di Higuain. Per la prima volta dopo 7 anni, lo slovacco non è andato in doppia cifra. Complice anche l’infortunio che lo ha fermato per due mesi, mettiamoci anche la nuova filosofia di gioco di mister Benitez che non tutti hanno recepito in pieno, hanno fatto si che il giocatore in questione disputasse una stagione molto al di sotto dei suoi rendimenti.
I saggi dicono "che solo uno stupido non cambia idea" fortunatamente Benitez, di materia grigia ne ha da vendere.

Per quanto riguarda gli acquisti, si fanno mille nomi, come sempre accade in questo periodo. Bigon e la società, sanno cosa vuole il loro allenatore, di sicuro faranno in modo che dopo due campionati di alto livello, classificandosi nei primi tre posti del massimo campionato italiano, la conquista di due Coppa Italia in tre anni, eccellenti prestazioni in Champions League, adesso è arrivato il momento di allestire una formazione capace di colmare il gap con la Juventus. Una squadra che non butti via 19 punti contro avversarie di modesta caratura, per poi assistere a veri capolavori al San Paolo, dove tutte le big, nazionali ed europee, hanno lasciato al Napoli l’intera posta in gioco. Di nomi illustri da portare in azzurro ne sono stati fatti, da Mascherano a Marchetti, da Giardino a Pazzini come vice Higuain, basterà sedersi al tavolo e trovare i canali giusti per non fare spese folli ed avere sempre i conti societari in ordine.
Facile. Fin troppo facile vincere e gestire una società, dove si spende più del dovuto, senza avere la capacità poi di rimettere a posto le casse, se non con interventi ed aiuti esterniDifficile invece, vincere, arrivare al successo con operazioni mirate, costruendo anno per anno sia la società che la squadra ed avere i conti in ordine, risultando una delle migliori società europee.

di Francesco Ricciuto

mercoledì 21 maggio 2014

Marotta ai futuri economisti del Cattaneo: "in Italia lo scudetto è stato vinto da chi aveva i bilanci peggiori"

Riprendere a parlare delle logiche secondo le quali Napoli ed i napoletani siano sempre i responsabili di qualunque evento negativo accada in Italia (anche se esso si verifica a latitudini ben diverse da quelle che ci appartengono), rischierebbe di essere troppo ripetitivo e noioso alla luce di quanto siamo stati costretti a subire ed ascoltare soprattutto nelle ultime settimane. Però ciò da lo spunto giusto per fare un parallelo tra quanto viene giudicato come "atto scandaloso se fatto o annunciato dai napoletani" e ciò che viene liberamente concesso, come se fosse un diritto inalienabile, a determinate figure che, in questo paese, fanno sempre finta di non sapere cosa sia la vergogna. 

La licenza poetica consente, talvolta, dei sillogismi molto adatti e di cui noi napoletani siamo maestri. Per l'appunto, il parallelo prima citato permette di porre a paragone un tanto criminalizzato "Genny a' carogna" a quello che, dopo determinate frasi, mi piace definire "Pepp o' sciacall". Perchè tutto ciò?! Se pur discutibili, gli atteggiamenti del tifoso azzurro di cui si è tanto parlato sono stati il giusto pretesto per essere sottoposto alla gogna mediatica, risultando essere la notizia che ha aiutato tanti pseudo-giornalisti a riempire le pagine dei propri giornali, amplificando la gravità di alcuni gesti sottilineandone il soprannome. Ma se il degrado socioculturale la fa da padrone in alcune zone popolari presenti in tutta Italia, di certo, i quartieri bene del paese e le stesse persone che li affollano non meritano attestati di stima. 

In un periodo storico come quello che stiamo vivendo, che vede gli italiani colpiti da una tremenda crisi economica, flagellati anche da un numero smisurato di evasori fiscali, e che sollecita la fuga dei nostri cervelloni verso paesi esteri, il tanto acclamato A.D. della Juventus, Giuseppe Marotta, invitato a Varese presso la facoltà di Economia Carlo Cattaneo di Castellanza, in un suo intervento a dir poco discutibile, ha sottolineato che: 

"Negli ultimi 20 anni in Italia lo scudetto è stato vinto da chi aveva il bilancio peggiore. Club con i bilanci virtuosi come Napoli e Lazio non hanno ancora dato soddisfazione piena ai tifosi"

Intanto, la politica aziendale di Aurelio De Laurentiis è sotto la lente di ingrandimento del mondo intero per gli ottimi risultati ottenuti a livello sportivo e per l'esempio dato come Società pulita e senza debiti. I risultati (meritati), se pur a ritmi diversi, stanno arrivando in maniera sempre più costante. L'appeal verso calciatori di altissimo livello prende sempre più piede. Allenatori delle varie nazionali tengono sempre più d'occhio i calciatori azzurri. Secondo il mio punto di vista, non è assolutamente vero che i tifosi non sono soddisfatti, e già tutto ciò è una grande vittoria. Porre, tra l'altro, come esempio per chi sarà futuro responsabile di qualche azienda o comunque un dirigente, la possibilità di essere vincenti se pur con debiti, mi spaventa innanzitutto come cittadino italiano, mentre come amante dello sport e tifoso del NAPOLI, sostengo che i nostri trofei sono puliti, onesti e meritati. Sono sempre più convinto: "Pepp o sciacallo" gli calza a pennello! Forza Napoli e forza Ciro!

di Luigi Vollero

Maggio e Insigne scalpitano per la maglia della Nazionale, il Napoli intanto continua a muoversi sul mercato


Il C.T. Prandelli sta decidendo la rosa con la quale rappresentare l'Italia nel Mondiale in Brasile. Dovrà escludere 7 giocatori per portarne solo 23. Noi tifosi partenopei speriamo che nei 23 convocati, ovviamente, ci siano Cristian Maggio e Lorenzo InsigneIl primo ha più probabilità di farne parte. Segue Prandelli dall’ inizio del mandato nazionale. Ha duttilità in fase di attacco, può giocare sulla fascia destra ed anche quella sinistra, può essere utilizzato come quest’anno a Napoli, da quarto difensore laterale. Ha dalla sua l’esperienza internazionale giusta che serve in queste competizioni. 
Lorenzo Insigne, invece, deve sudare non poco per conquistarsi il posto. E' vero che nel finale di campionato il suo livello tecnico è salito tanto ma è altrettanto vero che la concorrenza nel reparto offensivo è tanta. La qualità di Insigne, può far pendere l’ago della bilancia in suo favore grazie alla duttilità e la predisposizione al sacrificio. E'  l’unico degli attaccanti presenti a Coverciano, infatti, che si mette a servizio della squadra, arretrando notevolmente il suo raggio di azione anche in fase difensivaNel Napoli lo abbiamo visto frequentemente dietro la linea del centrocampo per poi ripartire di gran carriera e creare superiorità numerica in fase offensiva. Una delle sue caratteristiche principali che mister Benitez ha esaltato. 

La loro convocazione in Brasile sarebbe la ciliegina sulla torta per l’annata positiva del Napoli. E non è che l'inizio. E' risaputo ormai che la società si sta già muovendo sul mercato per rendere la rosa del prossimo campionato ancora più forte e competitiva. Dopo l’acquisto ufficiale di Koulibaly, Benitez ha fatto capire chiaro e tondo al presidente De Laurentis che l’arrivo di Mascherano nelle file azzurra farebbe compiere il salto di qualità alla squadra. Conosciamo tutti il pensiero del "numero 1" azzurro: ingaggio alto, giocatore non più giovanissimo…aspettiamo!! Il tecnico spagnolo, insieme a Bigon, si muove per rinforzare il centrocampo. Dopo avere detto che Hamsik, Inler e Jorginho, saranno i perni principali del nuovo Napoli ha, di fatto, dato il ben servito a Bherami e DzemailiSi cercano giocatori giovani e di buoni prospettive futuri. Capaci all’occorrenza di dare ossigeno ai tre appena citati, visti gli impegni su tre fronti.


Valon Bherami è un guerriero al centro del campo. Un mediano vecchia maniera. Contrasta, ruba e difende la sua zona come nessuno. Benitez ha idee opposte, al centro del gioco vuole buoni palleggiatori che sanno uscire palla al piede nelle situazioni critiche.
Stesso discorso per Dzemaili, autore di 6 gol questa stagione ma impiegato pochissimo dallo spagnolo. Ha offerte sia dalla Germania che dalla Gran Bretagna, a suo dire non vorrebbe muoversi da Napoli ma vuole rassicurazioni circa il suo impiego. E Benitez non gliene darà. L’idea del suo gioco è ben lontana dalle doti dei due svizzeri. Una notizia che da ieri sera circola a Napoli, ma si sa che in questo periodo di calcio mercato i nomi e le cifre saltano fuori minuto dopo minuto, la società azzurra pare stia chiedendo informazioni alla Lazio riguardo il portiere Marchetti. Non essendo ancora chiare le intenzioni di Pepe Reina (più che altro del Liverpool) visto il richiamo delle sirene blaugrana (amore dichiarato del portiere del Napoli), Bigon si starebbe muovendo in questa direzione. Vedremo come andrà a finire.

di Francesco Ricciuto

martedì 20 maggio 2014

Napoli: Koulibaly è ufficialmente un giocatore azzurro. Hamsik sarà sempre di più il punto di forza dei partenopei

23 anni, difensore di nazionalità francese, altezza 1.95 mt, giocatore del Genk nell’ultima stagione, si è accordato con la società azzurra per 5 anni a 900.000 euro a stagione. Ad accoglierlo a Castelvolturno proprio Rafa Benitez, superate le prove mediche senza problemi, i due si sono intrattenuti al centro sportivo, dove il mister spagnolo gli ha spiegato cosa si aspetta da lui in campo. Gli ha consegnato una serie di DvD di tutte le partite del Napoli di quest’anno, mettendo in evidenza i movimenti che lui dovrà farei movimenti nel Genk vanno bene per il Napoli, ma tu devi fare questo tipo di lavoro

L’idea di Benitez della difesa quest’anno è stata mal recepita. A differenza di Mazzarri, dove l’avversario doveva essere aggredito subito a centrocampo ed il libero pensava a coprire il tutto (lavoro che faceva Paolo Cannavaro), è che la difesa deve trovarsi in linea e accettare gli uno contro uno, senza più diagonale del quinto giocatore opposto, proprio Cannavaro ne ha fatto le spese. Con la cessione del capitano storico del Napoli, Benitez ha fatto capire: "Tutti devono dare quel qualcosa in più in campo e tutti devono essere utili alla causa". Lo stesso discorso vale per il centrocampo e l’attacco partenopeo. Rafa ha individuato in Higuain l’uomo che poteva e doveva giocare tra le linee d' attacco, qualità che l’attaccante argentino possiede. Far salire la squadra con un buon possesso palla per poi cercare gli appoggi con gli altri del reparto avanazato.

Un’altra "vittima" di questa rivoluzione è stato Marek HamsikLo slovacco si è ritrovato fianco a fianco con Higuain in attacco, lasciando proprio a quest'ultimo il ruolo di cerniera tra i due reparti. Hamisk non ha recepito subito cosa gli venisse chiesto, dopo una partenza col botto con due doppiette di seguito si è mano mano spento. Fino all’ infortunio che lo ha tenuto fuori due mesi. Da allora in poi è stato un canto del cigno per il crestato centrocampista. Dopo 7 anni di prestazioni ad alto livello, quest’anno ha dovuto dare conto a troppe situazioni non congeniali, fino a pensare che la società lo mettesse sul mercato. Ma proprio Benitez ha dichiaratoil mio Napoli partirà da Marek e sarà più forte di prima”. Una ragione in più per non preoccuparci è che lo slovacco e la sua compagna Martina, con prole a seguito, hanno comprato casa a Castelvolturno, ad 1 km di distanza dai centri di allenamento. Hamsik in compagnia di Martina, sono volati nella loro terra di origine e tra un mese i due convoleranno a nozze. Stanno preparando il loro matrimonio da favola, una cosa sicura, un dato confermato da una nota compagnia aerea, lo slovacco ha prenotato un intero charter per i tanti amici napoletani che seguiranno i due nel loro giorno di nozze. Quindi...AUGURI capitano! 

di Francesco Ricciuto

lunedì 19 maggio 2014

Arriva Benitez ed è subito un Napoli da record

Un 5-1 frutto di una prestazione sontuosa, in grado di schiacciare le ultime speranze del Verona di approdare in Europa, e di mettere la parola fine ad una stagione ricca di emozioni e soddisfazioni per il Napoli di Benitez. In grado di macinare record su record, e di dimostrare sin da subito, che il cambio tecnico sulla panchina azzurra non ha influito negativamente sul campo, anzi, ha dato una ventata positiva a tutto l’ambiente fornendo grande entusiasmo per un futuro roseo. I record hanno caratterizzato l’annata del Napoli, conclusasi con un terzo posto dietro a Juve e Roma che hanno letteralmente spaccato il campionato. Il terzo posto a 78 punti permette di eguagliare il record di punti ottenuto l’anno precedente con la gestione Mazzarri. Fra i tanti record ottenuti si annovera quello passato nella storia, cioè quello più amaro che è costato l’eliminazione a testa alta dalla Champions League con 12 punti, mai prima d’ora una squadra è uscita dalla Europa che conta, con un punteggio cosi alto, dove l’eliminazione è stata decisa dalla differenza reti negli scontri diretti. A dimostrazione di un perfetto equilibrio che ha visto il Napoli mettere in seria difficoltà squadre del calibro di Arsenal e Borussia Dortmund protagoniste nei rispettivi campionati e piene di fuoriclasse dal valore indiscusso invidiati in tutto il mondo.
Tornando al campionato, i record registrati sono stati vari. Cominciando dal numero di gol stagionali. Con il gol finale di Mertens si è raggiunta quota 77 gol in campionato che vale il titolo di 2° miglior attacco della seria A dietro solo alla Juve, 10 reti in Champions League, 5 reti in Europa League, e 12 reti nell’edizione vincente della Coppa Italia che portano il conteggio totale stagionale a ben 104 gol. A dimostrazione dell’enorme potenziale offensivo dimostrato dagli attaccanti che hanno fatto crollare tante volte le difese avversarie. Altro record ottenuto in  campionato sono le 10 vittorie ricamate lontano dalle mura amiche. Mai accaduto finora che la squadra partenopea riuscisse a vincere così tanto in trasferta. Quest’anno si è riusciti a compiere quest’impresa con la vittoria a Genova contro la Sampdoria, riuscendo così ad ottenere un record nel record grazie alla marcature realizzate in queste 10 vittorie, ben 29 con una media gol che sfiora 3 reti a partita. Su 10 trasferte vittoriose il Napoli è riuscito a realizzare più di un gol in 9 occasioni.
Invece si riconferma il fattore Benitez, in grado di riuscire a strappare almeno un titolo nel suo primo anno di permanenza in una nuova squadra. E' accaduto con il Liverpool, si è ripetuto con l’Inter e si è confermato anche con il Napoli vincendo la 5a  Coppa Italia della storia azzurra. Ora l’obiettivo è puntare al titolo più prestigioso, lo scudetto, che manca da parecchio tempo, dai tempi del Pibe de Oro. Ennesimo record di una stagione convincente che non ha mai avuto eguali nella storia del club, è quello del maggior numero di calciatori chiamati in nazionale per i Mondiali in Brasile. Ben 13 convocati contro i 6 convocati del 1990 che rappresentava il precedente record azzurro. Inoltre se si contano anche i giocatori in prestito allora il conto sale a 16 viste le convocazioni di Armero con la Colombia, Vargas con il Cile e Andujar con l’Argentina. Queste statistiche se confrontate con le altre squadre vedono il Napoli al 3° posto dietro solo a 2 top club come Bayern Monaco, con 16 convocati, e Manchester United, con 14 convocati. Dunque un Mundial targato Napoli, tutto da seguire vista la folta presenza di calciatori azzurri.

Complimenti al Napoli per i successi ottenuti e non resta che augurare un nuova stagione ancora più avvincente ed emozionante. Chissà magari arricchita anche da un nuovo record, quel tricolore tanto atteso, che ha fatto sognare tanti tifosi negli anni d’oro di Maradona e che in tanti vorrebbero finalmente rivedere…

di Salvatore Cappiello

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