lunedì 30 giugno 2014

Ciro Esposito scuote le tifoserie d'Italia!

Lo scorso campionato è stato, molto spesso (purtroppo), caratterizzato anche da eventi per niente simpatici che hanno ripetutamente visto Napoli e i napoletani offesi da buona parte delle tifoserie delle varie squadre italiane. Una vera e propria esplosione di ira, odio, rancore, presunzione, arroganza...Perchè? Scavando dentro di noi, potremmo trovarla la risposta.
Tutti sanno quali siano state le tante parole di cattivo gusto che il popolo partenopeo è stato costretto ad ascoltare, e le tante risate sarcastiche sbattute pubblicamente in faccia.
Ormai, però, non è più questo il fulcro del discorso, bensì quello che, forse inaspettatamente, è il risultato di un sacrificio. Un vero napoletanomalgrado abbia sacrificato la propria vita, ha dato una chiara lezione di vita all'Italia intera. Nonostante alcuni giornalisti dalle dubbie capacità professionali abbiano cercato di sovvertire la realtà dei fatti, gli atti processuali confermano il motivo per cui è iniziata la colluttazione tra Ciro e il suo assassino, e per cui gliene saranno sempre grati i tanti bambini e le tante donne che in quel momento erano stati aggrediti.  Già questo potrebbe bastare!
 
Ma per chi non si accontenta solo di ciò che vede e cerca di guardare anche oltre il proprio naso, può accorgersi di quanto il povero ma fiero giovane sia stato capace di fare.
Intanto la sua forza di volontà gli ha permesso di tenersi aggrappato alla vita per 2 mesi, e quando purtroppo è arrivato il triste momento, qualcosa di molto grande e significativo ha iniziato a risuonare nella mente e nel cuore di tantissime persone. Ciò che fino a qualche istante prima divideva, improvvisamente ha unito, e durante i funerali di Ciro, ne abbiamo avuto la dimostrazione. Niente più offese, niente più odio e, soprattutto, niente più colori separati, ma tutti insieme  a coprire il feretro di colui che nessuno conosceva, ma che ora è e sarà amico di tutti. Delegazioni della stragrande maggioranza delle tifoserie italiane si sono presentati a Scampia per rendere onore a quel tifoso che ha sarificato la propria vita per il bene altrui. 

In quel momento...il miracolo! Vedere i tifosi della Lazio (da sempre acerrimi nemici dei napoletani) stringersi alla famiglia Esposito sin dal primo giorno del calvario, mantenere un atteggiamento sobrio e rispettoso con gesti silenti ma di un altissimo valore morale e civile, e presentarsi a Napoli per i funerali accanto ai tifosi partenopei, è solo il primo anello di una catena umana che ha accompagnato Ciro verso l'abbaccio della sua città. Tifosi del Milan (leggi qui), della Juve (leggi qui) , della Fiorentina e tantissime altre (chi parla di 10.000, chi 20.000), che oltre alla loro presenza, hanno usato i mezzi d'informazione per esprimere il proprio pensiero attraverso i vari comunicati ufficiali. E la lettera di un ultrà romanista inviata alla redazione del quotidiano il Mattino? (leggi qui). Per non parlare dei gesti affettuosi manifestati in giro per il mondo. Ecco il valore molto più profondo del sacrificio che Ciro Esposito è stato disposto a fare, ridando dignità alla città di Napoli e ai napoletani, e cancellando quelle barriere che da anni dividono tutti coloro che si nascondono dietro i colori delle proprie squadre per manifestare odio e razzismo. Ora tocca a noi onorarlo quotidianamente e non rendere vano il suo gesto. Ciao Ciro, sei un esempio per l'Italia intera. 

Reina fa cambiare idea al Liverpool: "Voglio il Napoli la prossima stagione"

Caso Reina: il Liverpool fa dietrofront. Ormai le strade sembravano inevitabilmente divise ed invece pare che qualcosa si possa ancora fare. Fino ad un mese fa, la società inglese aveva fatto sapere a chiare lettere che Pepe Reina poteva diventare un calciatore del Napoli solo ed esclusivamente se i partenopei avessero avuto intenzione di acquistare il calciatore di Madrid e non prenderlo in prestito nuovamente. Cosa che De Laurentiis aveva escluso a priori. Ingaggio insostenibile e stipendio troppo alto (leggi qui). Trovandosi le due società su posizioni così evidentemente opposte, lo stesso tecnico azzurro Benitez sembrava essersi rassegnato all'idea di dover fare a meno di Reina. E lo aveva dichiarato pubblicamente: "Pepe ha un contratto con il Liverpool ed è lì che tornerà. Il Napoli non può permettersi costi così elevati...". Questo in sintesi il pensiero di don Rafè che sposava perfettamente la linea del patron azzurro e la sua politica di bilancio.  Quindi...tutto sembrava fin troppo chiaro. A malincuore c'eravamo già tutti rassegnati all'idea di salutare il "portierone" azzurro. 

Troppo presto, visti i recenti sviluppi. Si, forse avevamo sottovalutato il parere del diretto interessato (faccio mea culpa io per primo).  Nelle ultimissime ore, infatti, proprio Pepe Reina ha fatto sapere al Liverpool prima ed al Napoli poi di voler tornare a vestire la maglia azzurra. Non è mai stato un segreto che l'estremo difensore a Napoli si sia trovato benissimo. E nemmeno che ci sarebbe rimasto volentieri. Le telefonate ai compagni di squadra non si sono mai interrotte, nemmeno durante il Mondiale. E' diventato di dominio pubblico lo scambio di battute con Mertens dopo la partita, l'unica, vinta dalla Spagna. Il belga gli aveva fatto i complimenti per la gara e poi aveva concluso: "ora pensa a tornare a Napoli". E lo spagnolo è stato di parola. Ha parlato con il suo procuratore quindi col presidente Tom Werner. Il numero uno del Liverpool non ha potuto far altro che cambiare totalmente idea rispetto alla sua iniziale volontà di non cedere nuovamente in prestito il calciatore. Per di più, notizia proprio dell'ultimo minuto, il Napoli avendo saputo di questo dietrofront del Liverpool, ha fatto sapere di essere disposto a pagare - cosa che non è successa un anno fa - più della metà dell'ingaggio del portiere.

Insomma...la trattativa è ancora lontana dall'essersi conclusa. Però è innegabile un totale cambio di rotta rispetto al divorzio inevitabile di appena un mese fa. E diciamola tutta, se non fosse stata così esplicita la volontà di Reina di tornare in azzurro, la trattativa sarebbe già stata archiviata definitivamente. Le cifre in ballo, lo abbiamo già detto, sono notevoli. E nel calcio moderno dove i soldi vengono prima di tutto, quando le distanze sono così nette raramente si riesce a trovare un accordo. Merito di Pepe dunque. Speravamo e speriamo ancora tutti di averlo tra i pali del San Paolo la prossima stagione. La differenza è che ora non è più solo una speranza...c'è ancora uno spiraglio di luce che potrebbe far diventare il sogno realtà. Questo a dimostrazione del fatto che i veri campioni non dimostrano di esserlo solo sul terreno di gioco ma anche, ed ancora di più, al di fuori. 

di Giuliano Bara

domenica 29 giugno 2014

Brasile e Colombia accedono ai quarti, Cile ed Uruguay a casa

Brasile–Cile 5-4 (d.c.r).
Prosegue l’avventura del Brasile nel mondiale e di conseguenza del nostro Enrique. Anche se, finora non ha mai messo piede in campo. Il Cile è stato sfortunato. Un palo al 10', una traversa al 120', una gran partita in fase di contenimento e sempre pericoloso nelle ripartenza (grazie anche alla difesa brasiliana non impeccabile). Alla fine i calci di rigore gli negano l'accesso ai quarti di finale. Il Brasile rivisto all’opera è la squadra più brutta di sempre. Senza gioco di squadra, troppi, tanti inutili individualismi. Al pareggio dei cileni, i padroni di casa hanno smesso di giocare rischiando più volte di capitolare. Avranno ragione loro, i brasiliani, non conta il bel gioco. Non conta come vinci...basta che porti a casa la vittoria.

Colombia–Uruguay 2-0. Una bella partita. Agonistica, intensa, continui capovolgimenti di fronte. Nonostante le condizioni fisiche precarie, i 22 giocatori in campo hanno dato vita ad uno spettacolo degno di questo mondiale. L’Uruguay, orfana di Sanchez squalificato dalla Fifa, rispolvera il redivivo Forlan. Ma è Cavani che si carica la squadra sulle spalle, come lo abbiamo visto fare a Napoli. Mentre lo trovi in attacco e già dietro, in difesa a dare una mano ai compagni. Contro la Colombia però un solo giocatore non può bastare. Il nostro Camillo Zuniga (voto 7) nei primi 15 minuti ha seminato il panico nella metà campo dell’Uruguay. Non riuscivano a tenerlo. In tre, quattro azioni è partito palla al piede e dribblando tutti, partendo dalla sua metà campo e arrivando dritto in area di rigore. Malpensanti (io) avranno pensato: visto che per un anno intero non lo abbiamo visto a Napoli, per forza di cose sta in piena forma. Speriamo che a fine luglio lo ritroveremo in queste condizioni.
Anche l’altro napoletano Pablo Armero (voto 6.5), ha lasciato il segno. Imprendibile sulla fascia, velocità doppia rispetto a qualsiasi avversario, riesce sempre a creare la superiorità numerica sia in fase di attacco che difensiva.

Visti giocare così, al Napoli farebbero più che comodo. Sappiamo che in un mondiale, giocare per la propria nazione da stimoli diversi. Ma essendo stipendiati profumantamente, i giocatori dovrebbero dare sempre il massimo in nazionale come nei club d'appartenenza. Zuniga ne è stato l’esempio lampante. Dal momento dell’infortunio al menisco sono passati 7 mesi prima di rivederlo in campo. Arturo Vidal il 7 maggio si è operato, alla prima del mondiale era in campo. Tornando alla partita, è stata risolta da un gol straordinario, tra i più belli visti in questo mondiale. James Rodriguez ha realizzato una doppietta, il primo gol è stata davvero spettacolare: fuori area, spalle alla porta, stop di petto e tiro a volo che s’è insaccato all’incrocio dei pali. Il giocatore del Monaco ha realizzato anche il secondo gol su assist di Cuadrado

Stasera ci saranno gli altri due ottavi: l’Olanda affronterà il Messico alle ore 18:00 e alle ore 22:00 Costa Rica–Grecia.

di Francesco Ricciuto

sabato 28 giugno 2014

Napoli, questi i possibili colpi di mercato

Il Mondiale in Brasile sta attirando a sè tutte le attenzioni che merita. Per forza di cose ha il sopravvento sul calcio di casa nostra. Questo non deve far pensare però che il Napoli con Bigon e Benitez sia fermo dal punto di vista del calciomercato. Il tecnico azzurro in un’intervista ad un quotidiano spagnolo, dove raccontava le partite mondiali, è sembrato molto interessato al giocatore croato Ivan Perisic (per le info sul giocatore clicca qui). E' stato uno dei migliori giocatori visti all’opera nella prima fase dei mondiali. Il calciatore di proprietà del Wolfsburg, prima dei mondiali aveva una valutazione di circa 7 milioni di euro. Adesso è cresciuta in modo notevole, supera i 10 milioni. Riccardo Bigon due giorni fa ha incontrato gli agenti del giocatore. La società azzurra ha acquistato già Koulibaly e Andujar, ed è a buon punto per portare a Napoli anche Gonalons del Lione.

Dopo le farneticanti dichiarazioni del presidente francese, Aulas, dove affermava che avrebbe venduto il giocatore solo a club che stavano nei primi 6 posti del Ranking europeo, salvo poi scoprire che la sua società ha imminente bisogno di liquidi per sanare buchi finanziari, il Napoli ha rinnovato la proposta iniziale: 12 milioni di euro e non si muoverà da tale cifra. Non possiamo pensare che il numero uno francese non accetti. Un altro "pallino" di Benitez è lo spagnolo Miguel Pèrez Cuesta alias Michu, centrocampista dello Swansea, giocatore molto tecnico seppur lento. Il Napoli arriverebbe a lui sempre grazie al Lione che sta svendendo i suoi prezzi pregiati. Infatti, lo Swansea City ha acquistato proprio dai francesi Gomis che liberebbe a questo punto Michu. Bigon sta parlando sia con il club che con gli agenti per prenderlo in prestito con formula "diritto di riscatto".



Prima però c’è da sistemare anche la casella delle partenze. Il Napoli sta vagliando le numerose richieste per Duvan Zapata: le prime della lista sono la Sampdoria ed il Torino. Quest'ultimo interessato anche a Goran Pandev. Prima di prendere il vice Higuain (Michu), gli azzurri devono liberare il posto e cercare di fare cassa. A proposito di Gonzalo Higuain, dal ritiro argentino fa sapere che non sa nulla delle voci del Barcellona. Si trova bene a Napoli e non ha nessuna intenzione di andare via. Dichiarazioni rafforzate anche dal divieto assoluto di De Laurentiis, dato agli emissari catalani, di contattare il giocatore. Per il numero uno azzurro è incedibile! Ritornando a Zapata, mister Benitez ha organizzato due giorni di test atletici a Castel Volturno. Prima di dare via il giovane calciatore, Benitez vuole rivederlo all’opera per poi decidere la riconferma o la cessione.
di Francesco Ricciuto

Diecimila persone a Scampia per l'ultimo saluto a Ciro

Scampia, venerdi 27 giugno 2014. Una data da ricordare. Un giorno che, ci auguriamo, segni la svolta in un paese in cui il gioco del calcio ha perso completamente la sua ragione d'esistere. Funerali di Ciro Esposito, 10.000 persone a rendergli omaggio. C’erano le tifoserie di Napoli, Fiorentina, Catania, Siena, quella tedesca del Borussia Dortmund, Lecce, Ancona, Genoa, Pescara, Palermo, Atalanta, Lazio. C’era il presidente De Laurentiis con una delegazione di giocatori azzurri, tra questi Insigne. C’era il sindaco De Magistris, Giovanni Malaga, c’erano tutti. La camera ardente attrezzata nella piazza principale di Scampia. I funerali svolti secondo il rito Evangelista, sotto un gazebo c’era la salma di Ciro. A turno, amici, parenti e amanti dello SPORT in generale, secondo il rito religioso, rendevano omaggio alla famiglia. 

Un paradosso visto sui canali Sky: c’erano le forze dell’ordine, troppe...tante…con telecamere attrezzate con il sistema Skypenn, pronte ad intervenire in caso di subbugli ed incidenti…forse pensavano di stare a Tor di Quinto?! Dove si trovavano durante il percorso dei pullman dei tifosi del Napoli verso l'Olimpico quel maledetto giorno? Adesso vogliono far sentire la loro presenza? Anche stavolta hanno trovato la vera civiltà napoletana. Dalle analisi dell’ultima autopsia, è stato rilevato che il De Santis ha sparato ad altezza uomo e alle spalle, da vero infame. Ma lasciamo perdere la polemica. Questo non è il giorno per le polemiche. E' il giorno dell'eroe Ciro Esposito, morto per essere andato in difesa di ragazzini e bambini bersagliati dal lancio di fumogeni e bombe carta per opera di "tifosi" della Roma mentre si trovavano fermi al semaforo nel pullman che li stava conducendo allo stadio.
Prende la parola il presidente del Napoli "Con la morte di Ciro è morto il calcio italiano. Cari familiari è durissimo. Quando viene a mancare un figlio viene a mancare la parte migliore di noi, però la signora Antonella ha avuto forza in questa Italia che ha perso totalmente i valori e dove negli ultimi trenta anni abbiamo vissuto la mappa degli scandali. E da qui, da un luogo così difficile come Scampia nasce oggi la speranza e la limpidezza di una donna che pur perdendo l'amore più grande, parla di perdono e di correttezza. Una mamma che nonostante la tragedia non perde i suoi valori morali. In quel terribile 3 maggio  - continua De Laurentiis - al ritorno della squadra mi chiesero di portare la Coppa a Napoli, ma che valore aveva portare quel trofeo? Noi i trofei vogliamo vincerli a testa alta, con onore e col rispetto che meritiamo. Viviamo in un Paese spaccato dal campanilismo e dalla rivalità, ma noi siamo tutti italiani, figli della stessa terra. Quella notte della finale Ciro ha difeso un pullman pieno di bambini e di famiglie che stavano andando allo stadio. Con la morte di Ciro è morto il calcio italiano. Spero che questa tragedia possa servire a ritrovare i valori sani, ritrovare un' identità e far ripartire nella maniera sana il nostro sistema calcio. La commozione non mi permette di proseguire, scusatemi. Abbraccio la mamma, il papà e tutta la famiglia di Ciro".
Tocca a Simona, la fidanzata di Ciro, a stento riesce a parlare. Dolore e pianto hanno preso il sopravvento "Basta violenza nel calcio, Ciro era un ragazzo che amava il Napoli, non facciamo violenza in nome suo, lo uccideremmo un’altra volta". Si susseguono le emozioni in piazza, la rabbia è tanta come il dolore. Nei gruppi organizzati si è sparsa la voce che c’è anche Genny De Tommaso, per me la carogna è De Santis non lui. Ancora a parlare di lui, ancora lui il responsabile di tutto. Trovatemi voi la sua colpa…la maglietta? Va bene, però poi andiamo a casa dei nostri onorevoli leghisti e ci facciamo spiegare se sanno che esiste il vilipendio alla bandiera, tanto per citare qualche loro "goliardata". Il sindaco di Napoli va dritto al cuore del problema, scaldando la folla presente: "Deve pagare non solo chi ha causato la morte di Ciro ma anche chi non ha provveduto al servizio d’ordine quel maledetto 3 maggio. Deve pagare il questore di Roma che sapeva dell’esistenza in quella zona del circoletto del De Santis, deve pagare il Prefetto di Roma che non ha imposto un servizio d’ordine all’altezza dell’evento"

E’ il momento di Giovanni Malagò, accanto ad Antonella, mamma di Ciro "in due minuti vicino ad Antonella ho capito che avevo a che fare con un gigante di dignità, bontà ed amore verso il prossimo. Facciamo in modo che della morte di Ciro non se ne parli solo adesso o domani o tra un’anno...ma che sia da lezione...per il calcio non si muore". Qualche istante prima dell'ultimo saluto a Ciro per le strade di Scampia, è lei a prendere la parola. Antonella, la Mamma Coraggio: "Abbiamo tanto pregato io e mio figlio e dopo la preghiera su di noi è scesa la pace. Prego ancora perché il sacrificio di Ciro non sia vano, che tutte le tifoserie d’Italia si uniscano, ognuno sotto la propria bandiera e con il proprio tifo ma accumunati tutti dal rispetto del prossimo, basta violenza nel calcio".

di Francesco Ricciuto

venerdì 27 giugno 2014

Ottavi di finale: ecco le squadre qualificate e gli orari delle partite



Girone A : Brasile, Messico, Camerun, Croazia.
Incontri disputati: Brasile-Croazia 3-1; Messico-Camerun 1-0; Brasile-Messico 0-0; Croazia-Camerun 4-0; Camerun-Brasile 1-3; Croazia-Messico 1-3.

Classifica:
Brasile 7
Messico 7
Croazia 3
Camerun 0

Il Girone A si è concluso con la qualificazione dei padroni di casa ed il Messico. Festeggiano i brasiliani per la qualificazione ma fino a questo momento hanno dimostrato di avere il più brutto Brasile di sempre e che se Neymar non ci mette del suo, hanno difficoltà a vedere la porta. Non sorprende il Messico, abituato sia alle temperatura che a questo tipo di partite. Troppo giovane la Croazia, poca cosa il Camerun.


Girone B: Spagna, Olanda, Cile, Australia.
Incontri disputati: Spagna-Olanda 1-5; Cile-Australia 3-1; Spagna-Cile 0-2; Australia-Olanda 2-3; Olanda–Cile 2-0; Australia–Spagna 0-3.
Classifica:
Olanda 9
Cile 6
Spagna 3
Australia 0


L’Olanda fa filotto: 3 vittorie su 3 e si candida tra le favorite a sorpresa. Resterà da vedere se quando arriverà il momento difficile, nei prossimi incontri, non si perderanno come spesso gli accade. Si qualifica anche il Cile. Prima vittoria della Spagna che almeno non arriva ultima, gli australiani si accontentano di aver partecipato al mondiale.


Girone C: Colombia, Giappone, Costa d’Avorio, Grecia.
Incontri disputati: Colombia-Grecia 3-0; Costa d’Avorio-Giappone 2-1; Colombia-Costa d’Avorio 2-1; Giappone-Grecia 0-0; Giappone–Colombia 1-4; Costa d’Avorio–Grecia 1-2.

Classifica:
Colombia 9
Grecia 4
Costa d’Avorio 3
Giappone 1


Si qualificano Colombia e a sorpresa la Grecia che nell’ultimo incontro supera la diretta concorrente Costa d’Avorio. Il Giappone ultimo con un solo punto.


Girone D:Italia,Uruguay,Inghilterra,Costa Rica
 Incontri disputati: Uruguay-Costa Rica1-3; Italia-Inghilterra 2-1; Uruguay–Inghilterra 2-1; Italia-Uruguay 0-1; C. Rica-Inghilterra 0-0.
Classifica:
Costa Rica 7
Uruguay 6
Italia 3
Inghilterra 1

Deludente eliminazione dell’Italia con ben due risultati a suo favore, viene sconfitta dall’Uruguay che si qualifica come seconda alle spalle del Costa Rica. Ultimo posto per una derelitta Inghilterra.


Girone E: Svizzera, Francia, Honduras, Ecuador.
Incontri disputati: Svizzera-Ecuador 2-1; Francia-Honduras 3-0; Svizzera–Francia 2-5; Honduras–Ecuador 1-2; Honduras–Svizzera 0-3; Ecuador–Francia 0-0.

Classifica:
Francia 7
Svizzera 6
Ecuador 4
Honduras 0

Passano agli ottavi Francia e Svizzera. Honduras a zero punti ed un sorprendente Ecuador a quattro.


Girone F: Argentina, Iran, Nigeria, Bosnia Erzegovina
Incontri disputati: Argentina-Bosnia Erzegovina 2-1; Iran-Nigeria 0-0; Argentina–Iran 1-0; Bosnia–Nigeria 0-1; Nigeria–Argentina 2-3; Bosnia–Iran 3-1.

Classifica:
Argentina 9
Nigeria 4
Bosnia Erzegovina 3
Iran 1

Si qualificano l’Argentina con 9 punti e la Nigeria. Prima vittoria ad un mondiale per la Bosnia e primo gol dell’Iran ad un mondiale.


Girone G: Germania, Portogallo, USA, Ghana.
Incontri disputati: Germania–Portogallo 4-0, Ghana-USA 1-2; Germania–Ghana 2-2; Usa–Portogallo 2-2; Usa–Germania 0-1; Portogallo–Ghana 2-1.

Classifica :
Germania 7
USA 4
Portogallo 3
Ghana 1

Passano Germania e USA. Nonostante la sconfitta gli americani si qualificano per una miglior differenza reti rispetto al Portogallo.


Girone H: Belgio, Algeria, Corea del Sud, Russia.
Incontri disputati: Belgio–Algeria 2-1; Russia-Corea del Sud 1-1; Belgio–Russia 1-0; Corea del Sud–Algeria 2-4; Corea del Sud–Belgio 0-1; Algeria–Russia 1-1.


Classifica:
Belgio 9
Algeria 4
Russia 2
Corea del Sud 1


Passano Belgio e per la prima volta nella storia di un mondiale si qualifica una squadra araba: l’Algeria. Niente da fare per la Russia di Fabio capello.


Questo il calendario degli Ottavi di Finale della Coppa del Mondo ed i relativi orari delle partite:


28/6 ore 18:00 Brasile-Cile
28/6 ore 22:00 Colombia-Uruguay


29/6 ore 18:00 Olanda–Messico
29/6 ore 22:00 Costa Rica–Grecia


30/6 ore 18:00 Francia–Nigeria
30/6 ore 22:00 Germania – Algeria


1/7 ore 18:00 Argentina-Svizzera
1/7 ore 22:00 Belgio–Stati Uniti

di Francesco Ricciuto

Antonella, mamma di Ciro: "non voglio vendette solo giustizia"

La forza di una mamma. L’amore che può darti solo una mamma, ha fatto si che Ciro spirasse tra le sue braccia. "E' morto con il sorriso" queste le parole di Antonella. Una mamma che ha fatto della preghiera la sua forza, del perdono la sua speranza, della non rassegnazione a ciò che stava succedendo la sua battaglia affinchè suo figlio vincesse anche quest'ultima. Purtroppo non c'è riuscita. Alle 6:00 è stata lei stessa a dare la triste notizia. La signora Antonella, anzi permettetemi Mamma Coraggio, ha visto suo figlio lottare fino all’ultimo. Il suo cuore era forte. E' rimasto aggrappato alla vita con i denti, fin quando il resto del corpo non ha reagito più. Appena saputo della scomparsa di Ciro, il sindaco De Magistris ha proclamato il lutto cittadino. Un figlio di Napoli, di Scampia per la precisione, è volato via. Più volte Antonella lo aveva invitato ad andare via da quel quartiere dove lavorava in autolavaggio. Lui ha sempre rifiutato: "questa è la mia città, questo è il mio cuore".

Nelle ultime ore di vita del ragazzo, insieme ai familiari nel reparto di rianimazione del Policlinico Gemelli, è stato presente anche il cappellano Nunzio Currao "non ho mai sentito una parola di odio o astio della famiglia Esposito nei confronti di chi ha causato questa tragedia. Abbiamo pregato tutti insieme. La signora Antonella ed il papà sapevano che c’erano poche speranze per Ciro. Chi viene ricoverato in quelle condizioni, difficilmente c’è la fa...". Queste le parole del religioso. Il papà di Ciro, dopo aver ricevuto le condoglianze del Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, attraverso un telegramma, ha fatto sapere che "non è gradita la presenza delle istituzioni che per 50 giorni si sono nascoste. Il sindaco di Roma è venuto al Gemelli, a 20 metri dalla stanza di Ciro, non si è degnato di venire a sincerarsi delle condizioni del ragazzo. Non poteva visto che l’autore dell’omicidio di mio figlio ha portato avanti la campagna politica del sindaco di Roma". Altri familiari si domandano come mai il Prefetto di Roma sia ancora al suo posto non essendo riuscito ad organizzare il servizio d’ordine per far si che non succedesse nulla. Tutti sappiamo, tramite video e testimonianze dirette, che non c’era un’ombra di poliziaotti o carabinieri che scortassero i tifosi del Napoli. Un ragazzo di 28 anni, coraggiosamente, interviene per aiutare un pullman di tifosi partenopei con a bordo ragazzini e bambini e viene lasciato solo. Senza l’aiuto delle forze dell’ordine che, precisiamo, non erano presenti in quanto non sono state comandate a svolgere tale servizio. E' inaccettabile in qualsiasi forma la si voglia vedere.

Il colpevole dovrà scontare la pena, sperando sarà commisurata al reato commesso e soprattutto che la sconterà per intero all'interno del penitenziario (sappiamo come funziona in Italia purtroppo). Però,  mio personalissimo pensiero, dovranno  pagare anche coloro i quali hanno fatto finta che non sia successo nulla. Che hanno ignorato la gravità della situazione di Ciro ed i molteplici appelli della mamma ad intervenire per tutelare e rispettare il figlio che lottava contro la morte. Mamma Coraggio...si, non può esserci altra definizione per questa Donna che ancora adesso invita tutti a non usare il nome di Ciro per vendette. Anzi. Con tutta la serenità che solo lei riesce a trovare in questo momento difficile, chiede fortemente che le due tifoserie, romana e napoletana più tutte le altre d’Italia, si stringano a Lei, e rispettino la morte del figlio. Nessun'altra violenza. Glielo dobbiamo. Siamo tutti colpevoli di ciò che è successo. Il calcio è un gioco e tale deve restare. Non si può morire per una partita di calcio. 
 
La signora Antonella, ha ringraziato tutti coloro che in questi 50 giorni le sono stati vicini. Dall’albergatore napoletano che le ha dato la possibilità di restare a Roma vicino al figlio (gratis ovviamente), lo staff medico e paramedico del Policlinico Gemelli, il Presidente del Napoli, il Sindaco De Magistris. Oggi Ciro verrà portato a Scampia per i funerali. E' scattata una gara di solidarietà: il Sindaco, tifosi del Napoli e della Roma insieme, numerosi amici del quartiere si sono proposti di pagare i funerali alla famiglia. La ditta funebre non ha voluto un solo centesimo. "Pensiamo noi a tutto" hanno insistito i titolari. Forse esiste ancora del buono. Dovrebbe manifestarsi non solo in queste tragedie però ma prima. Per EVITARLE...

di Francesco Ricciuto   

giovedì 26 giugno 2014

Ciro Esposito, improvvisamente l'Italia s'accorge della sua tragedia

E' questo il tempo della rabbia. Dello sdegno. Dell'indignazione. Ora che l'irreparabile è accaduto, improvvisamente, viene fuori tutto il marcio che c'è nel calcio italiano. O meglio torna a venire fuori. Per 52 giorni Ciro e la sua famiglia hanno trovato il "conforto" soltanto di Napoli e dei suoi cittadini. A livello istituzionale però non c'è stata una sola persona che si sia fatta vedere dalle parti del Policnico Gemelli. Quando qualcuno si è interessato al tifoso azzurro è stato per mettergli due poliziotti fuori la camera d'ospedale e comunicargli che si trovava in stato di arresto per rissa (mentre entrava ed usciva in continuazione dalla sala operatoria). Lui. La vittima. Mentre per l'altro, quel bravo signore che adesso è stato trasferito a Viterbo per ragioni di SICUREZZA, massima cautela. Non ci sono prove schiaccianti per incriminarlo. Per quanto tempo abbiamo dovuto sentire questa frase mentre la città di Napoli e lo stesso Ciro venivano sottoposti ad una gogna mediatica vergognosa?  

Il problema era Genny con la sua maglietta, la camorra che manovra la tifoseria organizzata del Napoli. Curve chiuse per due turni e quando poi dopo una settimana dalla curva romanista venivano esposti striscioni in favore dell'ASSASSINO..."basta una giornata di squalifica". Una stagione intera, quasi in ogni partita, ci siamo dovuti sentire "Vesuvio lavali col fuoco", abbiamo dovuto leggere striscioni "Sarà un piacere quando il Vesuvio farà il suo dovere" per citarne alcuni. Ed abbiamo sempre sopportato in silenzio. Ci siamo stretti l'un l'altro ed abbiamo continuato a tifare per i nostri colori ignorando atteggiamenti provocatori. Mentre le Istituzioni Sportive e quelle Politiche restavano a guardare. A non prendere provvedimenti. A fare finta di punire i colpevoli ma sempre pronti a rincarare la dose quando qualcosa succedeva al San Paolo.

Adesso che Ciro purtroppo non c'è più è tornata a salire la tensione. Paura per eventuali "spedizioni punitive" nei confronti di De Santis. Il che è anche comprensibile. Non giustificabile ma comprensibile. Lo Stato, i mass media, l'opinione pubblica in generale si sono resi conto "improvvisamente" che qualcosa di grave è accaduto. Ecco. La famiglia Esposito questo dramma lo ha vissuto per 52 giorni e con loro, per quanto possibile, anche noi napoletani. Tutti. Non ce ne siamo mai dimenticati. Nemmeno quando è iniziato il mondiale e quindi non c'era più "spazio" da dedicargli. No. Il pensiero a Ciro Esposito lo abbiamo sempre avuto. Ora è il momento del dolore. E della rabbia anche. Perchè Ciro è una vittima dello Stato Italiano. Del Prefetto di Roma. Dell'incapacità delle Istituzioni. Dell'odio e del razzismo che da tempo ormai, e questa stagione calcistica ancora di più, i napoletani si portano dietro senza che nessuno sia mai intervenuto seriamente. Ciro è vittima di un sistema malato. Sistema "sportivo" ed "istituzionale".

Quindi più che preoccuparvi di spedizioni punitive nei confronti di De Santis e dei suoi compari (che non a caso non ho citato nemmeno tra i colpevoli della morte di Ciro), sarebbe il caso di preoccuparsi di questi altri problemi. E magari risolverli una volta per tutte. Con soluzioni drastiche se è necessario. Ad ogni modo bisogna cambiare in qualsiasi modo questo stato di cose. E per quanto la rabbia vi assicuro non ci manca, è molto più forte il dolore per la scomparsa di un innocente. Di un ragazzo perbene, un tifoso. Un giovane di 30 anni morto per essere andato a vedere una partita di calcio. Morto perchè il sistema calcio ha più potere (economico e decisionale) dello Stato Italiano e quindi piuttosto che fermare i campionati (con conseguente perdita economica di tutto ciò che vi ruota attorno) si preferisce sminuire comportamenti che da anni hanno depauperato lo "sport". E questo non fa altro che aumentare il nostro dolore per la scomparsa prematura di Ciro. Non fa altro che uccidere lo sport e salvaguardare gli interessi economici.

mercoledì 25 giugno 2014

Ciao Ciro, continua a tifare Napoli da lassù

Non ce l'ha fatta. Questa mattina, alle 6, Ciro Esposito si è spento."Insufficienza multiorganica non rispondente alle terapie mediche e di supporto alle funzioni vitali". Questo è quanto si apprende dal referto del Policnico Gemelli di Roma. Ciro è stato in quel letto d'ospedale per cinquanta giorni. Ha subito diversi interventi chirurgici. Ma purtroppo non è bastato. E' morto per essere andato allo stadio a vedere una partita di calcio. Assurdo. Ancora più straziante. E fa ancora più male l'assenza e l'ignavia delle istituzioni. Quasi due mesi da quel maledetto giorno in cui si disputava la finale di Coppa Italia, Fiorentina-Napoli, e mai nessun rappresentante delle Istituzioni si è degnato di andare in quell'ospedale per sincerarsi delle condizioni del tifoso azzurro. Per mostrare la presenza dello Stato Italiano. Niente. Prima c'era da occuparsi della "carogna". Poi sono arrivati i mondiali. E quindi la tragedia di Ciro Esposito è passata in secondo piano. Perfino la tifoseria giallorossa ha scritto, in mattinata, ai familiari di Ciro. Hanno mostrato il loro cordoglio. Parliamo dei Tifosi ovviamente. Non dei Daniele De Santis  e simili per i quali ci si augura che la giustizia faccia il suo corso. E' l'unica cosa che ora chiedono i familiari della vittima. Non vendetta ma giustizia. Chi ha sbagliato paghi!

In primis il prefetto di Roma. Colpevole di non essere riuscito a garantire l'ordine pubblico all'esterno dello stadio. I tifosi del Napoli sono stati lasciati soli per tutto il tragitto che li conduceva all'Olimpico. E Ciro purtroppo ci ha rimesso la pelle perchè è intervenuto in soccorso dei tifosi napoletani nel pullmann preso d'assalto da De Santis e dai suoi "compari". Si sentivano urla di bambini, ragazzi e ragazze provenire dal bus preso d'assalto con fumogeni e petardi. Questo affermano i parenti del ragazzo e che l'hanno dichiarato anche ai loro legali. A seguire dovranno pagare tutti coloro che non sono riusciti ad evitare gli scontri, e quindi il decesso del trentenne tifoso azzurro. Fino ad arrivare a De Santis sul quale ora pende un capo d'accusa di omicidio volontario e non più di tentato omicidio.

Ci auguriamo che finalmente lo Stato si accorga di quanto è accaduto fuori lo Stadio Olimpico e tiri fuori la testa dalla sabbia perchè è sua la principale colpa di tutta questa brutta storia. Noi di Napolimania abbiamo cercato di trattare l'argomento sempre con più tatto possibile. Per Ciro innanzitutto. E per la sua famiglia. E speravamo di poter dare una notizia assai diversa da questa. Siamo degli amanti del calcio, dello sport. Tifosi del Napoli come Ciro. E "roba" simile ci fa inorridire. Ci fa rabbia. Ci toglie le parole. Abbiamo dentro di noi tutto lo sgomento per un fatto che non doveva accadere! Ciro e la famiglia non meritavano un epilogo come questo. Lo Stato Italiano doveva proteggerlo, doveva permettergli di salire la gradinata dell'Olimpico e gioire per i gol del suo Napoli. Quindi tornarsene a casa dalla sua famiglia e dalla sua fidanzata. Purtroppo non è accaduto. Ora però è arrivato il momento di individuare i colpevoli ed affidarli alla giustizia. Almeno questo glielo vogliamo concedere?!

Ciao Ciro, sarai sempre con noi!

Vince l'Uruguay, Italia fuori dal Mondiale: è giusto così

 Italia-Uruguay: 0-1.Questo Mondiale peggio di così non poteva andare.
Italia: Buffon 6.5; Barzagli 5, Bonucci 5.5, Chiellini 6; Darmian 6, Verratti 6.5, Pirlo 6, Marchisio 4.5, De Sciglio 5.5; Immobile 6, Balotelli 4.5. Sostituti: Cassano 5, T.Motta 5, Parolo 5. All. Prandelli 4.5.

Finisce l’avventura dell’Italia in Brasile. Un solo tiro in porta dell’Uruguay, da calcio d’angolo, colpo di spalla di Godin all’81' ed Uruguay agli Ottavi. Ci sono stati errori arbitrali, l’espulsione di Marchisio (era di sicuro un cartellino giallo, no rosso). Doveva esserci l’espulsione di Suarez, ennesimo morso ai danni di Chiellini, non visto dalla terna arbitrale. Speriamo almeno che la prova tv faccia il suo dovere. Tutto questo però non deve creare alibi a Prandelli. Cattiva gestione degli uomini. Per tre anni prepara una squadra con lo schema 4-3-1-2, inizia il mondiale stravolge tutto. Test fisici a Roma, in Brasile...e poi quando arriva il momento si vede una squadra sulle gambe. Lenta, macchinosa. Ma soprattutto in 3 partite solo 4 tiri in porta. In poche parole l’ennesimo fallimento della nostra nazionale. L’Italia può sfruttare due risultati a suo favore, il pareggio o la vittoria. All’Uruguay serve solo vincere. In campo si vede invece che i sudamericani aspettano l’Italia, si rinchiudono nella loro area e stanno lì. Gli azzurri fanno gioco, con Verratti in pieno spolvero. Giocate al limite del rischio come i due tunnel a Sanchez e Cavani. Ma resta sempre lo stesso problema: tirare in porta.
 
Balotelli, sempre più tagliato fuori dal gioco, nervoso più che mai, si fa ammonire. Prandelli lo sostituisce al termine del primo tempo per paura di restare in dieci. Peccato che invece di mettere in campo il compagno ideale per Immobile, cioè Cerci suo partner nel Torino o Insigne, capaci di saltare l’uomo, il mister azzurro mette Parolo! Chiara intenzione di mantenere il pareggio nel secondo tempo. Così succede. Non un tiro in porta, non un tiro che impensierisca Muslera. L’Italia continua con questo suo fraseggio fatto di passaggi e passaggetti, sempre in orizzontale, mai un pallone messo in area. Anche perché sia Balotelli che Immobile non giocano in area, chi segna? A parte la gara con la derelitta Inghilterra, due partite zero gol e solo due tiri in porta. Una squadra che forse dovrà essere rifondata, partendo dai senatori. Eccezion fatta per Verratti e Darmian, nessuno ha dato il massimo. Intendo chi ha avuto almeno l’occasione di giocare. Si, perchè Prandelli ha gestito male anche i vari Cerci ed Insigne, gettandoli in mischia senza un criterio. Balotelli se ne parlva tre anni fa che doveva essere l’uomo che doveva risolvere i nostri problemi. E' stato il primo a fallire in questa spedizione brasiliana. Un giocatore che dovrà essere ridimensionato se si vuole, in qualche modo, recuperarlo. E' stato forzatamente eletto superstar senza aver mai dimostrato queste straordinarie doti che gli sono state attribuite. 

Usciamo meritatamente da questo mesto mondiale. Una squadra che ha fame di vittoria si comporta diversamente. Prandelli farebbe bene a visionare un po’ di filmati della nazionale del 2006 o se vuole anche quella del 1982. O prendiamo per buone le dimissioni che ha annunciato nel dopo partita? Anche perchè sarebbe questa l'unica cosa con un filo logico da parte di Prandelli in questo disastroso Mondiale 2014.

di Francesco Ricciuto

martedì 24 giugno 2014

Mertens festeggia gli Ottavi. Reina e Albiol salvano il salvabile

Belgio-Russia: 1-0. Mertens sopra le righe. Non trova il gol ma è lui, insieme ad Hazard, sono gli uomini più pericolosi di Wilmots. Voto: 6.5.

Il Belgio conquista l'accesso agli Ottavi di Finale. Ancora una splendida prova per il "puffo atomico" che nei 45' a sua disposizione mette a ferro e fuoco l'area di rigore avversaria. E' lui l'uomo più pericoloso dei diavoli rossi. Gli è mancato solo il gol. La Russia di Fabio Capello, per tutta la prima frazione di gioco subisce gli avversari. E soprattutto sull'out di destra i russi non riescono mai a prendere le misure agli attacchi di Mertens e compagni. Il Belgio forte dell’esperienza della prima partita, nella quale il tecnico Wilmonts non schierò alcuni titolari, si presenta in campo con il duo fantasia: Mertens e Hazard. La Russia si dispone in campo facendo intendere che aspetterà il Belgio per poi ripartire in contropiede. Squadra solida quella russa, e stando alle parole del tecnico italiano, sta facendo esperienza per i prossimi mondiali che ospiteranno in casa loro.

Il possesso palla è tutto belga. L’unico a provare a smuovere qualcosa è il "nostro azzurro" Mertens. Dribbling, scatti, rapidità, fantasia, intelligenza. Ma per un motivo o l’altro non riesce a finalizzare, anzi. Risulta fin troppo altruista, quando per bene tre volte si presenta davanti al portiere russo, nella posizone a lui più congeniale e invece di tirare la solita bordata, mette al centro per i compagni che non solo non hanno seguito l’azione ma stanno in ritardo nel farsi vedere. La difesa russa inizia a prendergli le contromisure allora Mertens si alterna sulle fasce con l’altro fantasista, Hazard. Il risultato è sempre lo stesso fin quando, nella ripresa, Wilmots decide di sostituirlo. La Russia allora inizia a prendere fiducia e creare non pochi problemi ai diavoli rossi.

L’inizio della ripresa non cambia il copione, tanto possesso palla del Belgio e russi che giocano in contropiede. Dal 10' la formazione di Capello inizia a crederci, ad attaccare di più ma proprio nel momento migliore russo e con la sostituzione di Dries Mertens, Hazard sale in cattedra. A due minuti dalla fine con un’azione spettacolare, sfonda la difesa russa mette al centro per Origi che insacca.

Australia-Spagna: 0-3. Con Reina ed Albiol in campo da subito, probabilmente, la Spagna sarebbe riuscita ad evitare l'eliminazione e le critiche, giustamente, piovutegli addosso. Nella gara in cui i due napoletani sono stati schierati titolari, si è vista un'altra Spagna e questo gli ha permesso di evitare almeno l'umiliazione dell’ultimo posto. I nostri beniamini si sono dimostrati utilissimi alla causa: Reina (voto 6.5) e Albiol (voto 6.5).

Tanti, troppi dissapori nello spogliatoio dei Campioni del Mondo e d'Europa. Proprio Albiol in un’intervista ha dichiarato "dobbiamo evitare la brutta figura di arrivare ultimi, siamo sempre la Spagna Campione del Mondo, non stiamo qui a giocare delle amichevoli". Questo fa capire che già dall’inizio Del Bosque ha avuto il suo bel da fare nel tenere a bada contrasti tra i suoi giocatori. Non ultimo dei problemi è l’isolamento del madrilista Xabi Alonso che accusava i compagni di avere poca fame di vittoria e di non lottare per la maglia. Si è ritrovato solo nella sua ultima, probabilmente, partita con la Spagna. Tornando a Reina e Albiol, la stampa spagnola alle tante critiche rivolte al loro mister, ieri ne hanno aggiunte delle altre. Perché non schierare subito Reina visto che Casillas non veniva schierato nemmeno più da Ancellotti, tranne nella finale di Champions, e perché non mettere un più veloce e sicuro Albiol al posto di un giocatore falloso e inconcludente come Sergio Ramos? Queste le domande rivolte a mister Del Bosque da parte del quotidiano spagnolo "Marca". Parlare dopo, come sempre, è facile. Ricordiamo tutti che ad inizio mondiale tutti accreditavano la Spagna come possibile finalista. Solo noi tifosi del Napoli, sapevamo che con Reina e Albiol, la Spagna poteva ottenere qualcosa in più sia in professionalità che come carattere. Del Bosque sa da dove ripartire e chi riconfermare. Sa che può contare su due uomini fidati: Pepe Reina e Albiol.

di Francesco Ricciuto 

lunedì 23 giugno 2014

20 Ottobre 1985: Maradona umilia il Verona con l'ennesima magia

Correva l'anno 1985, mancavano 11 giorni al mio decimo compleanno, e come un chiaro segno del destino, già nelle mie vene ribolliva il sangue ogni qualvolta giocava il Napoli. Certo è che ero ancora troppo piccolo e troppo difeso da mio padre, per riuscire a rendermi conto di quanto fosse sentita la partita che stava per iniziare. Era il 20 ottobre, e il San Paolo (quello che per me era come il Maracanà per i brasiliani) ospitava il match tra il Napoli di Ottavio Bianchi, padrone di casa, ed il Verona di Bagnoli, sostenuto da quei tifosi che, notoriamente, manifestavano continuamente un forte odio razzista nei nostri confronti. In casa sentivo fare tanti commenti carichi di desiderio e speranza per un risultato favorevole. Non esistendo ancora le pay-tv, tutti attorno alla radio ad ascoltare il commento della partita. Ebbene sì! Quel giorno i nostri beniamini ci regalarono tante emozioni, anzi cinque. La partita finì 5-0. Altro che soddisfazione. I veronesi furono letteralmente umiliati. 

Le parole del radiocronista raccontavano, attimo per attimo, le varie fasi di gioco fino a quando: "Diego (il Napoli vinceva già 2-0) sulla trequarti, leggermente defilato sulla sinistra,  a metà tra la linea di centrocampo e l'area scaligera. Circa 30 metri dalla porta. Riceve una palla alta dalla difesa, l'addomestica senza problemi. Dopo appena due rimbalzi, il Pibe de Oro si gira verso Giuliano Giuliani, e con una naturalezza disarmante calcia al volo di esterno sinistro". Poi due secondi di silenzio e ad un tratto: "GOOOOOL GOOOOOOL GOOOOOOL". Una parabola perfetta che permise al portiere avversario di ammirare quel gesto tecnico di Diego Armando Maradona che si concluse con la realizzazione del 3-0 a favore del Napoli e che rappresentò anche uno tra i gol più belli della storia del calcio.

Ovviamente, al termine delle partite, l'appuntamento era davanti alla televisione per "90° Minuto" di Paolo Valenti ed ammirare anche con gli occhi ciò che il radiocronista era riuscito a farci provare col cuore.



Da quel momento in poi, fu ancora più forte e sentito il coro che diceva così:
"Maradona è meglio e Pelè
ci hanno fatto 'o mazz' tant pe 'll avè!
Mardona facce sunnà,
nu scudett puortancill' 'a parte 'e ccà....
Maradona 'o ttene e t' 'o ddà,
te scamazza te mbriaca e va a signà
Maradona sì e Napule già,
tu sì 'a chiave 'e ll'acqua pe ce fa campà"

Quel giorno non lo dimenticherò mai! Grazie Diego, grazie Napoli!











domenica 22 giugno 2014

Mondiale 1986: il capolavoro di Maradona eletto gol del secolo

Mondiale Messico 1986, Stadio Azteca. Di scena il gol più bello del secolo. Ideato e realizzato dal Dio del calcio: Diego Armando Maradona. Chi ha vissuto quel mondiale ha visto e rivisto migliaia di volte il gol di Diego contro l’Inghilterra. Tutti lo abbiamo fatto. Tifosi argentini, napoletani e appassionati di calcio in generale. A chi non è venuta la pelle d’oca? Chi è riuscito a trattenere le lacrime? Io no. E anche adesso che sto riportando quello che ho vissuto, che abbiamo vissuto, l’emozione è tantissima. Nella partita in questione, Diego portò in vantaggio la "seleccion" con una magia. O una furbata, chiamatela come volete, ma Lui riuscì ad ingannare tutti. Minuto 51: difesa inglese schierata, tutti corazzieri alti non meno di 185cm. Diego, un nano rispetto a loro, prende palla dai 35 metri, inizia a dribblare. C’è un rimpallo che spedisce il pallone a Valdano, si aggiusta il pallone, il difensore inglese nel tentativo di anticipare fa impennare la palla. Inizia la sua discesa verso il portiere Shilton. L’unica cosa che poteva fare era farsi dare "una mano da Dio". Alza la sua mano nascondendola dietro la capigliatura riccioluta. Arriva la palla e nonostante il portiere in uscita, Diego la tocca con la sua mano senza che nessuno della terna arbitrale possa accorgersene. Gli inglesi protestano inutilmente. Il gol viene convalidato. Maradona completa l'opera esultando come un forsennato ingannando tutti.

Ma non è che l'inizio. Cinque minuti più tardi, Hector Enrique, serve Diego a centrocampo. Sessanta metri dalla porta. Inizia la sua corsa, la sua cavalcata trionfale. Dieci secondi di dribbling in apnea che sono entrati nella storia. Salta chiunque si trova davanti. Ne fa fuori cinque. Arriva a tu per tu con Shilton, dribbla anche lui e deposita la palla in rete! Apoteosi del calcio, genialità pura, talento sublime. Il telecronista Victor Hugo Morales, il più celebre di tutto il Sud America, immortalò quei 10 secondi, emozionando tutti nella sua telecronaca: "Da che pianeta vieni? Aquilone cosmico". Quei dieci secondi di commento, la Fifa li ha utilizzati nel film ufficiale Hero. Ogni volta che si guarda il video del gol di Diego non possiamo fare a meno di associare quella azione a Morales, con il suo "ta-ta-ta-ta-goooolazzzzzo". Fuori lo stadio messicano è stata eretta una statua che immortale El Pibe de oro nel suo gesto eroico.
Per chi volesse rivivere quei fantastici momenti, ecco il video:

 
Maradona ha successivamente dichiarato che non avrebbe potuto segnare un gol così bello se non avesse giocato contro l'onesta squadra inglese, che non lo mise a terra come invece avrebbe fatto la maggior parte delle difese. La Fifa successivamente in un sondaggio mondiale ha eletto proprio questo come "il più bel gol del secolo". Quella che segue è la classifica definitiva con i voti.

1) Diego Armando Maradona (Argentina Campione del Mondo 1986). Voti 18.062.

2) Michael Owen (Inghilterra, Campionato del Mondo 1998). Voti 10.631.

3) Pelè (Brasile, Campionato del Modo 1958). Voti 9.880.

4) Diego Armando Maradona (Argentina, Campionato del Mondo 1986). Voti 9642

di Francesco Ricciuto

sabato 21 giugno 2014

Italia, una umiliazione da riscattare assolutamente contro l'Uruguay

Va bene tutto ma farsi prendere in giro dal Costa Rica no! Quel "torello" fatto nel secondo tempo dai calciatori sudamericani, scandito dagli "olè" del pubblico è stata proprio un'umiliazione.  Il tanto osannato senso d'appartenenza, l'attaccamento alla maglia, dov'è finito?! Non faccio riferimento all'evento sportivo di per sè che ha visto vincere, con merito, la squadra migliore. Il Costa Rica, pur non facendo praticamente nulla, ha giocato meglio dell'Italia ed ha vinto. Ma quello che fa rabbia è vedere 11 giocatori, "buttati" in mezzo al campo senza sapere cosa fare. Come. Nessuno che corre. Tutti alla ricerca disperata dell'illuminazione improvvisa di Andrea Pirlo che ieri era il primo a "non volere" quella palla tra i piedi. Poco ispirato volendo usare un eufemismo. E non gliene possiamo nemmeno fare una colpa. No. Questo brucia ancor più del fatto di aver gettato al vento l'occasione di passare agli ottavi con una partita d'anticipo. 

Difficile se non impossibile riuscire a trovare un solo giocatore che abbia fatto meglio degli altri. Chiellini in giornata decisamente no. Oltre ad essersi perso l'autore del gol, in più occasioni ha "pasticciato" rischiando di mettere davanti a Buffon i calciatori sudamericani. Abate inguardabile sia in fase difensiva che in quella di sostegno all'attacco. Darmian tanta volontà. Un pizzico d'orgoglio nel voler provare almeno a salvare la faccia con quel tiro dal limite deviato in corner dal portiere. Ma poi nulla più. Sarà stata una buona idea quella di Prandelli di spostarlo sull'altra fascia rispetto all'esordio contro l'Inghilterra?! Barzagli ha fatto il minimo indispensabile cercando di coprire anche gli errori di Chiellini. Talvolta c'è riuscito. Altre no. Pirlo spento. Da lui ci si aspetta sempre che risolva le partite in qualche modo. Tutta la squadra l'ha cercato disperatamente dal 1' al 95'. Non è un alieno e se la squadra non produce gioco lui da solo può fare poco. In special modo se si trova in giornata no come ieri. Candreva e Thiago Motta non pervenuti. Marchisio e De Rossi nemmeno la brutta copia di quelli visti contro l'Inghilterra. Dulcis in fundo Balotelli. Io mi chiedo ancora come mai viene ritenuto un fuoriclasse. Un talento. Un giocatore da milioni di euro. Non ho nulla di personale contro Balotelli. Guardo solo l'aspetto sportivo. Come calciatore non lo ritengo un fenomeno come vogliono farlo sembrare. Non è più forte di Giuseppe Rossi (che meritava la nazionale), non è più forte di Immobile (che ieri meritava di giocare).

Per concludere un riferimento a Prandelli è d'obbligo. Cambiare formazione ci sta. Ieri c'era un caldo infernale. Contro l'Inghilterra c'è stato un dispendio di energie considerevole. Il problema è la mentalità vista ieri. E quella pigrizia vista in campo. La mentalità fa parte del gioco e se l'allenatore non riesce a motivare la squadra poi si vedono in campo oscenità come quelle di ieri. Una squadra ferma sul terreno di gioco che non sa cosa fare e non ha la forza di reagire alla presa in giro degli avversari. Perchè diciamocelo chiaramente...il Costa Rica ieri con quel palleggio a metà campo e le ripartenze veloci ha deriso la nazionale italiana. Quest'ultima forse non se n'è nemmeno accorta. E quei cambi poi...Cassano dal 1' del secondo tempo. Perchè? Non è riuscito a fare nemmeno un appoggio semplice ad un compagno! Sempre anticipato. Sempre fermato ancora prima che impostasse l'azione. Poi Prandelli ha optato per un 4-2-3-1 o qualcosa che gli assomigliava molto. L'Italia non lo sa sfruttare questo modulo. E azzardarlo in una partita in cui nessuno degli undici in campo pressa, corre, torna in difesa ad aiutare i terzini o i due mediani è un suicidio. Si finisce per fare un possesso palla sterile e si offre il fianco alle ripartenze degli avversari che invece corrono...l'Italia ha rischiato di prendere anche il secondo gol in più di un'occasione e sarebbero stati problemi ancora più grandi. 

E' vero che se vuoi recuperare la partita devi pur sbilanciarti in avanti. Quello che dico io è di farlo con criterio. E poi non dimentichiamoci che in panchina c'è anche un signore che si chiama Ciro Immobile. Capocannoniere della Serie A italiana. Magari quando Balotelli comincia ad innervosirsi perchè non gli arrivano palloni giocabili lo si può inserire evitando anche di fargli prendere un cartellino giallo stupido. Se proprio si vuole schierare Balotelli titolare perchè è il nostro fuoriclasse...

L'Italia regala al Costa Rica il passaggio agli Ottavi

ItaliaBuffon 5, Abate 5, Barzagli 6, Chiellini 6, Darmian 5, Pirlo 5.5, De Rossi 5.5, T. Motta 4, Candreva 5, Marchisio 6, Balotelli 5.5. Sostituti: Cassano 4.5, Insigne 4.5, Cerci 5. All. Prandelli 5.

A noi italiani vincere e passare il turno in modo facile non ci piace. Personalmente è il decimo mondiale che seguo e non ricordo che l’Italia abbia mai fatto la parte dello schiacciasassi. Nemmeno nelle due vittorie del 1982 e del 2006. Comunque nulla è perduto, basta anche un pareggio con l’Uruguay per passare come secondi. Veniamo alla partita. Squadra lenta, macchinosa, senza nessuno sbocco in attacco. L’esperimento di Prandelli di spostare Darmian sulla fascia destra è fallito. Mai incisivo. Mai efficace. Thiago Motta inutile in mezzo al campo. Passaggi sbagliati, raramente ha intuizioni utili che permettono di creare superiorità numerica. Sostituito, con giusta ragione, nel secondo tempo. Balotelli sempre da solo. Male assistito, mai un passaggio pulito che gli permetta di cocludere in porta con tranquillità.

Il Costa Rica, squadra tosta, ben messa in campo, con la "cattiveria" giusta che gli ha permesso di spostare tutta la linea del centrocampo nella nostra area difensiva. Restando con soli tre giocatori in difesa che hanno messo in fuorigioco ben 12 volte i nostri giocatori. Tutto questo in 90' di gioco. Non ha mai calato l’intensità di gioco. I loro palleggiatori, con Bolano in testa, hanno fatto quello che volevano in mezzo al campo. Già nel primo tempo, lui ed i suoi compagni di reparto, ci "toreggiavano". L’approccio mentale degli azzurri è stato negativo, volevamo tirarli fuori dalla loro area ma non abbiamo avuto nè la mentalità nè le gambe per farlo. Troppo prevedibile questa Italia. Il Costa Rica ci ha sistematicamente anticipato, arrivavamo sempre secondi sul pallone, troppo fermi. Gli azzurri non hanno mai provato a tirare da fuori, con un palleggio al limite dello snervante per tutti i tifosi. Non faceva altro che dare la possibilità ai nostri avversari di sistemarsi ed aspettarci.
 
Balotelli ha avuto due occasioni per fare gol: la prima la sprecata in malo modo, tentando un pallonetto che è andato fuori dallo specchio della porta di ben 6,7 metri. La seconda con una bordata da fuori area ma troppo centrale. Quando meno te l’aspetti, sul finire del primo tempo, su un traversone da distanza siderale è arrivato il gol del Costa Rica. Una dormita colossale di Chiellini e compagni che hanno evidenziato tutti gli elementi di una "giornata no".  E cosa peggiore è che non c’è stata nessuna reazione. All’inizio del secondo tempo, Prandelli prova prima la carta Cassano e poi Insigne. L'intento è scardinare la linea difensiva del Costa Rica. Ma è successo l'esatto contrario. Cassano più fermo di Thiago Motta. Mai uno spunto, un dribbling che dia la speranza di arivare in area. Insigne, all’esordio del mondiale, ha combinato bene poco (e ci dispiace ancora di più). In tutto questo in mezzo all’area avevamo sempre un Balotelli isolato che col passare dei minuti è sparito perfino dai tentativi confusi di manovra della squadra italiana. E' tornato alla "telecronaca" soltanto quando ha preso l'ammonizione, per un fallo idiota a palla lontana.

Si prova allora la carta Cerci. Buoni spunti, prova a saltare gli avversari ma di rado con la giusta lucidità per trovare i compagni liberi. Anche perché i nostri avversari si chiudono bene, hanno freschezza e forza fisica per contrastarci. Vorremmo domandare a Prandelli, perché non ha riproposto gli stessi 11 della partita con l’Inghilterra. Con i se e con i ma non si ragiona però...si è sempre detto squadra che vince non si cambia! Invece oltre a cambiare ha stravolto anche i ruoli in campo. In un girone dove stavano tre nazionali che hanno vinto almeno un mondiale a testa, chi passa, con una giornata di anticipo? La meno accreditata...il Costa Rica. Ci tocca aspettare e soffrire per altri 4 giorni. Sarà decisiva infatti la partita contro l’Uruguay. Loro ci stanno aspettando per batterci ed eliminarci, è nella loro mentalità. Nella nostra invece c’è sempre il pensiero che possiamo tutto contro tutti. Poi quando troviamo squadre come quella sudamericana, ritorniamo nella nostra giusta dimensione, dove nessuno ti regala nulla e le squadre cenerentola non esistono più.

di Francesco Ricciuto


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